Il web, i giovani e “L’illusione del controllo”

Presentata la ricerca di Acli Roma e Iref su un campione di 800 ragazzi romani tra i 13 e i 18 anni. Il 71% riferisce di aver subito aggressioni e offese

Dedicata ai giovani e ai giovanissimi della Capitale attivi sul web la ricerca realizzata dalle Acli provinciali di Roma in collaborazione con l’Iref, presentata questa mattina, 28 novembre, nell’ambito di un evento intitolato “Dalla rete prendi solo il meglio”. Sul tavolo, il nodo critico delle relazioni online, con il 33,5% dei ragazzi che ammette di avere assunto – sia pure con diversa intensità – comportamenti offensivi su internet nel corso dell’ultimo anno, a fronte di un 71% che riferisce di avere subito aggressioni e offese, in maniera simile tra ragazzi e ragazze. Queste ultime (22,7%) comunque sembrano meno propense a compiere azioni di cyberbullismo rispetto ai coetanei maschi (44,4%).

“L’illusione del controllo”: questo il tema dell’indagine, che ha coinvolto circa 800 adolescenti tra i 13 e i 18 anni, realizzata in occasione della chiusura del progetto Rete Solidale, rivolto agli studenti del primo biennio delle superiori e finanziato dal dipartimento per le politiche anti droga della presidenza del Consiglio dei ministri. L’obiettivo infatti era quello di offrire un percorso di formazione e informazione per prevenire comportamenti a rischio come bullismo e cyberbullismo e l’acquisto di droghe online.

Per la quasi totalità dei partecipanti all’indagine (95,8%) il web è una frequentazione quotidiana. Le attività principali: la messaggistica (96,4%), guardare video (89,2%) e andare sul proprio o altrui profilo sui social media (84,7% e 86,1%). In generale, gli adolescenti intervistati utilizzano il Web principalmente per comunicare con i propri amici o per svago e finalità ricreative; una buona parte tuttavia usa la rete per informarsi (67,0%; i ragazzi +12% delle ragazze, e gli adolescenti +7% dei 13-14enni) e come supporto ai compiti scolastici (83,9%; i ragazzi +4,4% delle ragazze, senza differenze di età).  Tra i social network, Instagram ha preso il posto di Facebook – il 95,8% ha un account sul primo mentre solo il 53% sul secondo; quest’ultimo social è diffuso tanto quanto ambienti più recenti come Snapchat (52,1%) e meno di piattaforme più passive in termini di interazioni come YouTube (68,2%).

Gli eventi negativi più frequenti in rete sono l’aver ricevuto negli ultimi dodici mesi messaggi molesti (23%), l’essere stato escluso da gruppi online o da attività su internet (10,4%) e l’aver subito minacce in rete (6,9%). Non c’è differenza tra maschi e femmine. Ad eccezione dell’esclusione dai gruppi online, tra gli adolescenti aumenta la probabilità di aver avuto esperienze negative, messaggi aggressivi e minacce. Ancora, i ragazzi non sono esenti neanche dal contatto con pornografia e contenuti erotici fruibili online: nell’ultimo anno, due ragazzi su tre hanno ricevuto o inviato messaggi a sfondo sessuale o hanno cercato materiale pornografico. Solo il 7,2% ha inviato foto o video di questo tipo. Le più distanti da questo mondo sono le ragazze: una su due non ha interagito in nessun modo con questi contenuti, contro l’11% dei ragazzi, che dichiarano di aver cercato o ricevuto online immagini e video nell’81,3% dei casi; tra le ragazze solo il 29,7% ha fatto la stessa cosa. Infine, quasi una ragazza su cinque ha solo ricevuto questo tipo di materiale (16,4%); per i ragazzi, lo stesso evento è molto raro: il 3,5% dei casi.

Numerosi anche i contenuti negativi che i giovani possono cercare su internet: il 34,9% delle ragazze ha cercato nell’ultimo anno informazioni su come dimagrire, contro il 12,7% dei maschi. Meno diffuso l’autolesionismo: ha cercato informazioni l’14,7% delle ragazze e il 6,6% dei ragazzi. Tra questi ultimi, diffuso anche l’uso della rete per scommesse e gioco d’azzardo (17,5%), che coinvolge solo il 3,2% delle ragazze. Raro l’acquisto di stupefacenti – 2% -, anche se la curiosità spinge a cercare informazioni nel 22,8% dei casi.

Ne deriva un quadro «a tinte davvero fosche», è il commento della presidente delle Acli provinciali di Roma Lidia Borzì, che parla di un «campanello d’allarme» da non sottovalutare. «I ragazzi che abbiamo ascoltato sono quotidianamente sottoposti a paura, insicurezze e a un fortissimo senso di solitudine che rende sempre più difficile definire e riconoscere i confini della vita online da quella offline. E le violenze del mondo virtuale superano lo spazio digitale con ricadute indelebili e concrete nella vita reale, mentre le relazioni vive che dovrebbero aiutarli e sostenerli diventano sempre più evanescenti e fragili. Questo – conclude Borzì – deve essere uno stimolo per tutta la comunità educante, chiamata a rinnovare il proprio ruolo di punto di riferimento e orientamento per i ragazzi che vivono un’età così delicata».

28 novembre 2019