Migranti, Msf: «Fermate questa follia»

Presentata una lettera aperta ai leader europei sulla crisi umanitaria in atto nelle isole greche, «effetto delle politiche di contenimento dell’Europa»

«Cercavano sicurezza in Europa, hanno trovato la morte in un centro di accoglienza europeo»: così Christos Christou, nuovo presidente internazionale di Medici senza frontiere, ha denunciato ieri mattina, 27 novembre, in una conferenza stampa a Bruxelles la crisi umanitaria in atto sulle isole greche. Christou ha presentato una lettera aperta inviata ai leader europei affinché si assumano le responsabilità di fornire assistenza e protezione alle persone bloccate sulle isole greche che non sono altro che conseguenze delle politiche di contenimento. Sono 38mila le persone bloccate in condizioni disumane, di cui 12 mila minori. Christou è appena rientrato dalla Grecia dove ha incontrato i pazienti di Msf e ascoltato le loro drammatiche storie.

«Mi hanno raccontato di un bambino di 12 anni arrivato nella nostra clinica pediatrica di Moria dopo essersi ripetutamente ferito tagliandosi la testa con un coltello. E mi hanno detto di una bambina di 9 anni con gravi ferite causate dall’esplosione di una bomba in Afghanistan – prosegue Christou – . Sorrideva ancora prima di arrivare in Grecia. Ma nei mesi che ha trascorso intrappolata sull’isola di Lesbo ha smesso di parlare e di mangiare e si è completamente isolata dalla vita. Sono sopravvissuti alla guerra e alle persecuzioni ma il tempo prolungato vissuto in luoghi miserabili e insicuri come Moria ha portato molti dei nostri piccoli pazienti oltre il limite, fino all’autolesionismo e ai pensieri suicidi». Proprio per questi bambini e per tutte le altre persone intrappolate sulle isole greche, Christou scrive questa lettera indirizzata ai leader europei responsabili della situazione, creatasi soprattutto dopo l’accordo tra Unione Europea e Turchia del 2016.

«Vi avevamo avvertito delle conseguenze umanitarie che avrebbe avuto il vostro accordo con la Turchia. Abbiamo anche deciso di smettere di accettare fondi dagli Stati membri dell’Unione Europea in segno di protesta. Oggi vediamo il risultato di quella decisione: uno stato di emergenza cronica e un ciclo continuo di sofferenza umana. Negli ultimi quattro anni, la situazione umanitaria è peggiorata, anziché migliorare. Solamente negli ultimi tre mesi, una donna, un bambino e un neonato di nove mesi sono morti a causa delle pericolose e spaventose condizioni di vita a Moria e della mancanza di cure adeguate. Cercavano sicurezza in Europa, hanno trovato la morte in un centro di accoglienza europeo». Ancora: «È vergognoso vedere questa situazione in un continente teoricamente sicuro, e sapere che sono il risultato di scelte politiche deliberate. Invece di riconoscere il costo umano delle vostre scelte, continuate a chiedere una più forte implementazione dell’accordo Ue-Turchia. State addirittura considerando misure più brutali, come i piani recentemente annunciati dal governo greco per convertire gli hotspot in centri di detenzione di massa e accelerare le espulsioni. Fermate questa follia – il monito -. Dopo quattro anni, dovrebbe esservi chiaro che politiche che cercano di dissuadere le persone dal venire in Europa porteranno solo più morti e sofferenze. Dal caos che avete creato nel Mediterraneo, con il ciclo di intercettazioni in mare, torture e detenzioni arbitrarie in Libia, ai violenti respingimenti nei Balcani, dove migliaia di persone vivono in condizioni disumane con l’inverno alle porte, il male che queste politiche stanno producendo è incommensurabile».

Le misure di respingimento, detenzione arbitraria, violenza e abuso sono oggi presenti su scala globale e vengono denunciate dai migranti e rifugiati. Christou sente di poter far poco, come medico, se non c’è la volontà politica di contrastare questa situazione di crisi umanitaria. «Come medico che rappresenta un’organizzazione medico-umanitaria, sono indignato nel vedere come avete giustificato e normalizzato questa sofferenza, come se fosse un prezzo accettabile da pagare per tenere quante più persone possibile fuori dall’Europa. Come Msf – prosegue –  non possiamo accettare questa palese disumanizzazione. C’è poco che le nostre équipe possano fare per fermare questo ciclo di sofferenza. Per questo non abbiamo cure. Spetta a voi. Dovete trovare la volontà politica di agire, ora. Questa tragedia umana deve finire. Fermate questa deliberata punizione collettiva contro persone che cercano sicurezza in Europa – è l’esortazione -. Evacuate urgentemente le persone più vulnerabili da questi centri e date loro una sistemazione sicura in altri stati europei. Mettete fine alle politiche di contenimento. Spezzate, una volta per tutte, il ciclo di sofferenza sulle isole greche». (Chiara Ercolani)

28 novembre 2019