Comune, in bilancio tagli per 310 milioni

L’assessore Scozzese ha illustrato in un’aula semivuota tutti i numeri della manovra: «Il Comune non ha mai visto un bilancio pluriennale così ricco»

L’assessore Silvia Scozzese ha illustrato in un’aula semivuota tutti i numeri della manovra: «Il Comune non ha mai visto un bilancio pluriennale così ricco»

Una manovra da 6,3 miliardi quella del 2015 per il Comune di Roma Capitale, con un budget totale di 12,8 miliardi spalmati su tre anni. È stata l’assessore Silvia Scozzese ad illustrare il bilancio a un’aula semivuota del Consiglio comunale: «Non avremo più voci in cui non potremo spendere perché l’entrata non è certa: ora le risorse esistenti sono tutte spendibili», ha assicurato. E al termine ha aggiunto: «Tutte le modifiche sono bene accette ma a saldi invariati».

«La riduzione della spesa corrente si assesta intorno ai 310 milioni di euro – ha detto l’assessore -, in larga parte concentrata nell’acquisto di beni e servizi con risparmi ottenuti dai fitti passivi all’illuminazione pubblica. Se verifichiamo quali sono le risorse stanziate nel triennio, pari a 12,8 miliardi di euro, il Comune di Roma non ha mai visto un bilancio pluriennale così ricco».

Legalità, equità, solidarietà istituzionale, trasparenza e qualità della spesa sono i principi fondanti del bilancio di quest’anno ha spiegato Scozzese. «Quello della legalità è il primo perché l’impossibilità di avere a disposizione cifre necessarie per fare bandi di gara e procedure di evidenza pubblica ci hanno portato a un massiccio ricorso ad affidamenti diretti». Si cambia anche per i municipi: «Per la prima volta vedono le risorse non distribuite sulla spesa storica ma in base a criteri oggettivi. Elementi che ci portano a dare una risposta specifica, precisa, su quelle che sono le esigenze del territorio – ha continuato l’assessore -. Poi la trasparenza: «In base a determinati principi di contabilità che noi applichiamo, vedremo con dettaglio quali sono le risorse realmente disponibili. Non avremo più voci in cui non potremo spendere perché l’entrata non è certa” ha concluso».

 

5 marzo 2015