L’appello di Francesco per la crisi in Cile

Al termine dell’udienza generale, le parole del Papa per quanto sta accadendo nel Paese, dove in questi giorni sono morte 15 persone. L’invito al dialogo

«Seguo con preoccupazione quanto sta accadendo in Cile. Mi auguro che, ponendo fine alle violente manifestazioni, attraverso il dialogo ci si adoperi per trovare soluzioni alla crisi e far fronte alle difficoltà che l’hanno generata, per il bene dell’intera popolazione». Al termine dell’udienza generale di questa mattina, 23 ottobre, in piazza San Pietro, Papa Francesco ha rivolto la sua attenzione e la sua preghiera al Cile, attraversato negli ultimi giorni da una crisi che ha già visto la morte di 15 persone. Lentamente la situazione ha cominciato a normalizzarsi ma la tensione resta alta. I lavoratori portuali sono in stato di agitazione e per oggi, 23 ottobre, è previsto uno sciopero generale.

Forte condanna della violenza di queste giornate anche nelle parole del presidente della Conferenza episcopale cilena Santiago Silva Retamales, che però esprime anche la convinzione che il «profondo malessere» della popolazione non è stato preso in considerazione. Ora, le sue parole, bisogna «guardare in faccia» la realtà del Paese e tutti siano «chiamati a dialogare sul Cile che vogliamo». Nel momento in cui ha preso avvio il dialogo tra il presidente Sebastián Piñera e tutti i partiti politici, per mettere a punto un’agenda condivisa di politiche sociali, dal presidente dei vescovi arriva dunque un appello a leggere in profondità quanto è accaduto. Un susseguirsi di eventi che ha visto la Capitale Santiago e altre città messe a ferro e fuoco, stazioni della metropolitana distrutte, blocchi stradali, negozi incendiati, assalti anche ad alcune chiese, tra cui la cattedrale di Valparaíso, coprifuoco e carri armati sulle strade. «Le autorità e i partiti politici, in particolare, ma anche la società civile e le sue organizzazioni, università e intellettuali, le stesse organizzazioni – dichiara, raggiunto dall’Agenzia Sir – devono dialogare sul Paese che vogliamo, intraprendere la costruzione di una società che tutti possiamo sentire come nostra. Tutti dobbiamo impegnarci a prenderci cura del nostro bene comune più prezioso».

23 ottobre 2019