La Convenzione sui diritti dell’infanzia compie 30 anni

Samengo (Unicef Italia): «Non sia solo un momento celebrativo ma vengano presi impegni concreti». Per un Paese «sempre più a misura di bambini e adolescenti»

“Diritti dell’infanzia e dell’adolescenza a 30 anni della Convenzione dell’Onu: soluzioni e prospettive”. Se ne è parlato ieri, 21 ottobre, a Palazzo Giustiniani, in un incontro promosso su iniziativa della Conferenza dei presidenti delle assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome. «Il prossimo 20 novembre ricorrono i 30 anni dall’approvazione della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, il trattato sui diritti umani maggiormente ratificato al mondo. Chiediamo a tutti che il trentennale della Convenzione non sia solo un momento celebrativo ma che vengano presi impegni concreti, anche a partire dalla prossima legge di bilancio, per realizzare i diritti di tutti i bambini e tutte le bambine». Lo ha detto il presidente di Unicef Italia Francesco Samengo ribadendo che «la Convenzione in questi 30 anni è stata determinante nel migliorare la vita di bambini, bambine e adolescenti».

In questi 30 anni, ha evidenziato Samengo, «la vita dei bambini è cambiata: si sono ridotte di oltre il 50% le morti dei bambini sotto i 5 anni; la percentuale dei bambini denutriti è quasi dimezzata; 2,6 miliardi di persone in più hanno oggi acqua potabile più pulita. Ma sono ancora molte le sfide da affrontare: 262 milioni di bambini e adolescenti sono fuori dalla scuola; 650 milioni di bambine e ragazze si sono sposate prima dei 18 anni; 1 bambino su 4 vive in aree in cui le risorse idriche saranno estremamente limitate entro il 2040».

Conferenza 30 anni convenzione onu diritti infanzia e adolescenza, 21 ottobre 2019Circa 10 milioni in Italia i bambini e ragazzi sotto i 18 anni d’età: sono «la popolazione a maggior rischio di povertà», ha ribadito il presidente Unicef, ricordando il dato del 12,1% dei minorenni in povertà assoluta nel nostro Paese. Una povertà che «non è solo privazione materiale. È povertà di protezione sociale, di istruzione, di cure sanitarie adeguate, di cibo sano, di alloggi salubri, ma anche di giochi, di sport e di vacanze. È povertà di vita». Ancora, l’andamento della povertà minorile, come molti altri indicatori di benessere nel Paese, si caratterizza per una forte disparità a livello regionale. «La sfida che ha davanti il nostro Paese – è la conclusione di Samengo – è quella di dare continuità a investimenti e politiche efficaci capaci di fare la differenza nella vita di bambini e adolescenti. Vogliamo che il nostro Paese diventi sempre più a misura di bambini e adolescenti».

22 ottobre 2019