Naufragio Lampedusa: «Perdono se ci siamo vantati di essere nazioni cristiane»
Il parroco don La Magra ha presieduto la Messa per i funerali delle 13 vittime. «Il Signore benedica quanti hanno scoperto nel loro cuore umanità e tenerezza»
«A voi e ai vostri cari, che riposano in fondo al mare, noi chiediamo scusa. Se ci siamo vantati di essere nazioni cristiane, giuste, democratiche e libere e poi permettiamo che accada questo. Chiediamo perdono a voi, come lo chiediamo a Dio». Le parole del parroco di Lampedusa don Carmelo La Magra risuonavano ieri, 9 ottobre, nel salone della Casa della fraternità, dove si è svolta la Messa di esequie delle 13 donne morte nel naufragio che si è verificato nella notte tra domenica e lunedì al largo dell’isola. Le 13 bare disposte davanti a un altare predisposto per l’occasione.
Don Carmelo si è rivolto direttamente a 10 dei 22 sopravvissuti presenti alla cerimonia. «Da questo altare – ha detto – va un ringraziamento a voi, che avete accettato di pregare insieme a noi, anche se il vostro dolore è tanto. La nostra preghiera va anche alle vostre famiglie, a quanti sapranno della morte dei propri cari». Ancora, nelle parole del parroco anche un ringraziamento «a quanti in questi giorni, sì per lavoro, ma con grande delicatezza e tenerezza, hanno trattato con i morti e con i vivi, militari e civili, perché oggi hanno scelto di essere qui senza esserne obbligati. Il Signore – ha concluso il sacerdote – benedica quanti hanno scoperto nel loro cuore umanità e tenerezza».
Al termine dei funerali, dal Forum Lampedusa Solidale sono state donate ai sopravvissuti delle copie in lingua francese della Bibbia e del Corano. Le salme, invece, saranno sepolte nei cimiteri dei Comuni agrigentini che daranno disponibilità ad accoglierle.
10 ottobre 2019