Al museo Carlo Bilotti i colori di Frank Holliday
In mostra 36 opere dell’artista americano dipinte a Roma nell’estate del 2016, in uno studio ricavato da un vecchio box nei pressi di piazza Navona
Sublimare il sublime. È l’obiettivo di un artista americano contemporaneo, Frank Holliday, amico di Andy Warhol e Keith Haring, frequentatore dello storico Club 57 di New York, nel cuore dell’East Village. Un club che, negli anni 70 e 80, ha promosso, tra droghe e atmosfere ludiche, una controcultura sperimentale ed eclettica, che ha interessato la pittura, la fotografia e il cinema, la musica e la letteratura. Club al quale il MoMa di New York (acronimo di Museum Modern Art) rende omaggio (fino ad aprile), celebrandone gli esponenti più rilevanti come Jean-Michel Basquiat ed artisti che vennero alla ribalta come l’allora sconosciuta Madonna.
Ex ballerino professionista, Frank Holliday lancia una sfida alla gravità: la bellezza, la “gocciolosità” dei colori contro la “muscolosità” delle sue pennellate. Colori che fluttuano sulla tela, cadono su di essa, e in essa continuando a danzare. Colori e quadri non pianificati, progettati, ma “visti” negli occhi dell’artista e poi realizzati. La leggerezza, ricercata ruotando i quadri o persino capovolgendoli, è palpabile. Sebbene le realizzazioni siano il risultato di una lotta dell’artista combattuta tra il paradiso, arioso e luminoso, e l’inferno, tetro e buio, e siano state eseguite in uno studio senza finestre, si stagliano sulle pareti bianche del museo i colori del giallo, dell’azzurro e il rosso, e comunicano sensazioni quasi rassicuranti, grazie anche alla scelta di titoli poetici, alcuni dei quali derivanti da testi in musica.
Affascinato dalla grandiosità del Barocco, Holliday ha cercato di «intercettare le forze dell’arte» nelle strade, fontane, chiese di Roma e negli artisti che in essi operarono, primo fra tutti Caravaggio, dalla cui potenza dei colori si lasciava invadere. Spesso nel soggiorno, da lui stesso definito “monastico”, si soffermava in piedi a osservare i dipinti del ciclo pittorico su san Matteo della Cappella Contarelli o i soffitti delle chiese, per poi tornare a lavorare nel suo studio.
È la prima personale che Roma gli dedica, inserendolo nel piccolo, ma ben curato, museo Carlo Bilotti, mecenate italiano, la cui collezione comprende dipinti di Andy Warhol e di De Chirico. L’esposizione si avvale anche del contributo dell’intervista inedita della giornalista Anney Bonney al pittore, “Roman Holliday“, sottotitolata in italiano. Lavori di Frank Holliday sono conservati in numerose e importanti collezioni negli Stati Uniti, in Europa, in Giappone, Australia e Messico.
Frank Holliday in Rome c/o Museo Carlo Bilotti Aranciera di Villa Borghese, viale Fiorello La Guardia, 4. Curatore: Cesare Biasini Selvaggi. Catalogo Cambi: € 30. Ingresso libero. Orari: da martedì a venerdì ore 13-19 (ingresso fino alle 18.30); sabato e domenica ore 10-19 (ingresso consentito fino alle 18.30). Chiuso il lunedì. Informazioni: tel. 060608 (tutti i giorni ore 9- 19).
13 settembre 2019