Leggere, il ruolo delle storie per sviluppare l’identità

Aiutano la comprensione emotiva del mondo e del vissuto altrui e permettono di costruire un nuovo rapporto con il tempo

Ricordo, quando ero adolescente, che alla fine dell’anno scolastico i professori dicevano a tutti i ragazzi: “Estate, tempo di lettura!”. Come la maggior parte degli adolescenti, interpretavo questa frase come un compito per le vacanze, qualcosa di obbligatorio e alquanto noioso, finché non mi ritrovavo a sfogliare le pagine di un romanzo con la voglia di arrivare fino alla fine per conoscere tutta la storia.

È questa la parola su cui ritengo sia importante soffermarsi: a cosa serve leggere una storia? Le storie aiutano a conoscere e comprendere il mondo circostante. L’essere umano organizza l’esperienza, costruisce significati condivisi e dà forma e senso alla realtà mettendo in relazione passato, presente e futuro grazie al pensiero di tipo “narrativo”.

Ogni volta che ci accade qualcosa, abbiamo la necessità di trovare parole per descriverla e dargli un senso. Raccontare quella storia ci aiuta, poi, a capire, in modo sempre più chiaro, cosa ci è realmente successo e come ci siamo sentiti. Attraverso le storie si costruisce la propria identità. Una storia stimola il pensiero e l’immaginazione, aiuta a sviluppare l’intelletto e chiarire le emozioni, incontrare ansie e desideri, e suggerire soluzioni ai problemi che si presentano. «L’immaginazione – scrive Munari – è il mezzo per visualizzare, per rendere visibile ciò che la fantasia, l’invenzione e la creatività pensano».

lettura, bambino legge un librMentre leggono, i ragazzi possono sperimentare una serie di forti emozioni (rabbia, angoscia, lutto). Alcune di queste emozioni potrebbero non essere mai state sperimentate in precedenza: leggendo, lo potranno fare in un ambiente sicuro senza sentirsi sopraffatti dalle stesse emozioni. Questo aiuta a prepararli per le future situazioni del mondo reale, esperienze che susciteranno simili forti reazioni.  Quindi le storie hanno il potere di aiutare la comprensione emotiva del mondo, ma non solo: ci invitano anche a comprendere il vissuto altrui, favorendo un atteggiamento empatico. Nei romanzi “per ragazzi” (da Harry Potter a Hunger Games) i protagonisti vengono messi a nudo in tutte le loro sfaccettature: dagli aspetti più eroici a quelli più fragili e negativi. Ciò permette al lettore di riflettere ed interrogarsi sul bene e sul male in modo non polarizzato: non esistono personaggi completamente buoni o cattivi, troviamo invece un insieme di comportamenti e relative motivazioni e conseguenze. In questo modo il lettore è invitato a fare i conti con gli aspetti più odiosi di se stesso e degli altri.

In questo senso la lettura può essere considerata un percorso di formazione: essere esposti all’evoluzione del modo di ragionare dei personaggi può a sua volta aiutare la capacità delle persone stesse di pensare e ragionare sul mondo. Cosa la differenzia dalle altre forme di cultura? Secondo Pellai, «la lettura va prima al piano alto del cervello, poi si sposta al piano basso, mentre le narrazioni per immagini partono dal piano basso e possono solo successivamente stimolare pensieri e arrivare alla costruzione di significati più profondi. […] Allenare le funzioni alte del cervello stimolare un pensiero riflessivo e critico passa attraverso il mondo della lettura. Leggere un libro non è solo aprire una porta verso nuovi mondi, entrare nelle storie di persone diverse. Il libro è anche un incredibile atlante che costruisce i significati con cui poi accediamo alla nostra vita reale da adulti. […] quando noi leggiamo costruiamo reti neuronali che tengono insieme le parti emotive e le parti cognitive del cervello, costruiamo integrazione, consapevolezza».

lettura libri bambiniL’obiettivo di questa riflessione è di cogliere le peculiarità della lettura e non di classificare come “migliore” o “peggiore” l’attività di leggere rispetto ad altre forme culturali. Vedere una mostra, visitare una città, guardare un film o una serie tv sono esperienze altrettanto formative e stimolanti per la crescita dei ragazzi. In una realtà in cui il multitasking (ovvero lo svolgere più attività contemporaneamente) favorisce nei ragazzi una fruizione dei contenuti culturali veloce e frammentata – pranzare chattando con il cellulare e guardando una serie contemporaneamente – leggere può essere l’occasione di costruire un nuovo rapporto con il tempo: immergersi in un libro significa imparare a gestire l’attesa di un piacere non immediato, il cui presupposto è prendersi del tempo per sé. L’invito è quello di imparare a focalizzarsi su un’attività (che sia un libro, una serie tv o una semplice conversazione via whats app) senza sovrapporne altre, potendo quindi farne veramente esperienza.

Lingiardi e Giovanardi, nel loro saggio Perché non leggi un po’?, sottolineano alcune cose vere ed altre non vere sulla letteratura. Tra le prime, il fatto che l’amore per la cultura non è un dovere ma può diventare un piacere, e ancora arte, letteratura e cinema aiutano a comprendere il mondo e gli altri; fantasia e creatività aiutano i bambini e i ragazzi a superare esperienze dolorose. Tra le seconde, smentiscono il fatto che la tecnologia sia nemica della cultura, che se non si inizia a leggere fin da piccoli non si svilupperà mai l’amore per la cultura, che le nuove generazioni non hanno più interessi culturali.

READ ON – Reading for Enjoyment, Achievement and Development of yOuNg peopleNavigando nel web mi sono imbattuto in un progetto davvero interessante, che mette insieme tutte le riflessioni fatte finora e propone una serie di azioni concrete da mettere in campo con il sostegno della collaborazione tra nazioni europee, tra cui l’Italia. Questo progetto si chiama “READ ONReading for Enjoyment, Achievement and Development of yOuNg people”: è una scommessa su questa nuova generazione di lettori, un progetto che punta a sostenere e a diffondere la passione per la lettura tra i giovani europei dai 12 ai 19 anni attraverso un loro coinvolgimento attivo nel ridisegnare strumenti e modalità di fruizione, condivisione e creazione della letteratura.

READ ON si articola in una serie di azioni coordinate che riguardano la promozione della letteratura nelle sue diverse forme, le abitudini di lettura, le narrazioni e il mondo digitale, il rapporto tra autori e giovani lettori, cercando di liberare l’energia creativa dei ragazzi, di valorizzarne le conoscenze, di dare risposte alle loro inquietudini e piena espressione alle loro potenzialità.  Le attività proposte dal progetto sono davvero numerose, ne segnalo due che reputo siano da sottolineare. La prima si chiama “Passports”. L’esperienza quotidiana dei giovani europei è molto più segnata dalla multiculturalità di quanto non lo sia stata quella delle generazioni precedenti. La scrittura ha rappresentato per molti “nuovi” europei non soltanto un potente strumento espressivo, ma quasi la via di accesso, il passaporto per conquistare piena cittadinanza culturale nel nostro continente. Negli incontri e laboratori di “Passports” alcuni di questi scrittori offriranno ai ragazzi le proprie storie come tavolo di confronto intorno al quale ripensare a cittadinanza e identità nell’Europa del XXI secolo.

L’altra si chiama “READ MORE”. Venti minuti a scuola, tutti i giorni, dedicati alla lettura libera e “senza doveri” per far prendere la piacevole abitudine di leggere anche a chi non ce l’ha. Leggere diventa con “Read more” una pratica quotidiana, che permette ai ragazzi di sviluppare un rapporto quasi naturale con la parola scritta. (Guido Palopoli, psicologo e psicoterapeuta)

13 settembre 2019