Il Forum famiglie sulla Buona Scuola: «Aspettiamo il decreto»

Dal coordinamento delle associazioni familiari l’accento sui “nodi” della riforma da sciogliere con l’attuazione. La grande sfida dell’equità

Dal coordinamento che riunisce le associazioni familiari l’accento sui “nodi” della riforma da sciogliere con l’attuazione. La grande sfida dell’equità

Riqualificazione del personale, autonomia piena delle scuole statali, valutazione di scuole, docenti e inserimento del merito. E ancora, pluralismo dell’offerta formativa, alternanza scuola e lavoro, formazione professionale. Questi, per il Forum nazionale delle associazioni familiari, i punti caldi della riforma della scuola sui quali dal decreto dovranno arrivare risposte. «Bisogna dare atto al premier Renzi – si legge in una nota diffusa oggi, martedì 24 febbraio – di aver affrontato, nello scorso fine settimana, il tema della Buona scuola con energia ed entusiasmo, ma un giudizio vero e proprio non sarà possibile darlo finché non sarà disponile la bozza del decreto di attuazione della riforma, sul quale ha preferito non sbilanciarsi».

Un altro tema che «sembra essere caro a Renzi», notano dal Forum, è quello dell’equità, «della lotta alle discriminazioni, del “non mettere scuole di Catanzaro contro quelle di Varese”», scrivono citando le parole del premier. Ma proprio in tema di equità, «ci domandiamo se sia giusto che un milione di alunni italiani siano discriminati non avendo libertà di scelta in materia economica. Tutti cittadini italiani, che pagano le tasse, tutte famiglie che hanno diritto ad essere trattate alla pari. Tutti cittadini che devono poter scegliere l¹offerta formativa più consona all’educazione che si vuole trasmettere ai figli senza che questo si tramuti in una doppia tassa».

Questo, in particolare, è il tema sul quale il Forum famiglie chiede al premier «un sussulto di impegno». Sciolto questo nodo, si legge nel comunicato, «confermiamo la nostra disponibilità a collaborare col premier, col ministro e con i tecnici per dare finalmente al Paese una Buona scuola». Un sostanziale cambiamento, però, «non può essere deliberato a colpi di decreto ma deve raccogliere un serio contributo dal dibattito parlamentare e dalla società civile».

24 febbraio 2015