Camilleri, la famiglia: «Grazie di avergli voluto così bene»

L’ultimo saluto nel Cimitero acattolico per gli stranieri al Testaccio. «Mi piacerebbe che ci rincontrassimo tutti quanti, qui, in una sera come questa, tra cento anni!»

La famiglia di Andrea Camilleri prende a prestito le parole che concludevano la sua “Conversazione su Tiresia” per salutare e ringraziare tutti i suoi lettori e tutti i suoi amici «di avergli voluto così bene»: «Mi piacerebbe che ci rincontrassimo tutti quanti, qui, in una sera come questa, tra cento anni!». La moglie, le figlie, i familiari «ringraziano il Dott. Roberto Ricci, il Dott. Mario Bosco, i medici, gli infermieri e tutto il personale del Reparto di Anestesia e Rianimazione e dell’intero Ospedale Santo Spirito di Roma per la grande professionalità e il profondo affetto che hanno dimostrato nei confronti del loro caro», si legge nel messaggio trasmesso dalla Asl Roma 1. Sarà possibile salutare Andrea Camilleri domani, 18 luglio, a partire dalle 15 al Cimitero Acattolico per gli stranieri al Testaccio in via Caio Cestio 6. Le esequie, poi, si svolgeranno in forma privata.

Proprio dalla “Conversazione su Tiresia” realizzata al Teatro Greco di Siracusa, che la Rai ha proposto in prima serata nella stagione conclusiva appena conclusa, prende spunto il ricordo di don Ivan Maffeis, sottosegretario della Cei e direttore dell’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali. «In quel folgorante atto unico – rileva -, monologo tra mondo antico e contemporaneità, Camilleri ci ha offerto una lezione di storia e memoria contro le derive dell’uomo; ha raccontato la notte buia della ragione, la ferocia della Shoah, affidando un messaggio di speranza ai giovani, custodi del domani». La sua vita e la sua carriera, prosegue don Maffeis, «sono state all’insegna dell’impegno culturale e civile, facendosi cantore, con il suo stile ironico e pungente, delle difficoltà del nostro Paese, puntando il dito contro la mafia e lo sfruttamento dei migranti». Quindi, il ricordo degli oltre 100 libri realizzati, nei quali «ha indagato l’Italia di ieri e di oggi raccontando l’umanità nella sua complessità, comprese le dispersioni o le passioni accecanti, ma anche i grandi esempi di eroismo quotidiano, Salvo Montalbano in testa».

Dal dicastero per la Comunicazione della Santa Sede arriva anche il commento dell’assessore monsignor Dario Edoardo Viganò, che parla di Camilleri come di uno scrittore «complesso e sorprendente, capace di innovare sul piano narrativo e linguistico». Ne ricorda il «genio creativo in ambito letterario e teatrale» ma anche la capacità di seguire «le sue creature nate su carta anche negli adattamenti sullo schermo, assicurandosi che venisse preservato quel mondo di tradizioni culturali e linguistiche. Il “non luogo” di Vigata, dove vive Salvo Montalbano, è in verità un spazio profondamente realistico, prossimo, grazie alla puntualità di sfumature e chiaroscuri tratteggiati da Camilleri». Per Viganò, «attraverso Montalbano, Andrea Camilleri ha raccontato il cambiamento del nostro Paese, aiutandoci a cogliere le pagine irrisolte o persino i deragliamenti, regalandoci comunque un racconto di umanità resiliente, che guarda all’orizzonte con ironia e tenacia, in prima linea per la legalità». Ancora, «ha reso omaggio al lavoro di tanti poliziotti che operano sul territorio, spesso in situazioni difficili, mai stanchi però di giocarsi per il bene del Paese e dei singoli cittadini soprattutto dei più deboli, di dare voce ai tanti dimenticati o esclusi».

Tratteggia la figura di un «intellettuale totale, capace di alternare con padronanza e piglio brillante il registro teatrale, letterario nonché cinematografico e televisivo» Massimo Giraldi, presidente della Commissione nazionale valutazione film della Cei. Ricordando gli anni giovanili della sua carriera tra l’Accademia d’arte drammatica Silvio d’Amico, il Centro sperimentale di cinematografia e i primi incarichi nella Rai di Ettore Bernabei, Giraldi aggiunge: «La sua vita è stato un viaggio appassionante nell’arte e nella conoscenza, sapendo cogliere con attenzione e acume i cambiamenti del tempo e declinarli ogni volta in maniera metaforica e poetica». In particolare, spiega il presidente della Commissione film Cei, con i suoi romanzi ambientati in Sicilia editi da Elvira Sellerio e trasposti sullo schermo con l’amico produttore Carlo Degli Esposti (Palomar), «Camilleri ha fatto conoscere al grande pubblico, italiano e internazionale, la realtà siciliana fuori dagli stereotipi, raccontando l’isola nella sua complessità, poesia e problematicità. La lingua che ha adottato, poi, è un unicum nell’universo narrativo, difficile all’inizio da comprendere, ma che avvolge progressivamente e conquista per i suoi straordinari sapori lessicali».

17 luglio 2019