Emergenza rifiuti a Roma, interviene la Regione

Pronta l’ordinanza della Pisana che impone agli altri Comuni laziali di accogliere e trattare l’immondizia della Capitale. Ad Ama il compito di accelerare su raccolta e pulizia

La giunta Zingaretti è pronta a emanare un’ordinanza ispirata a urgenti motivi di tutela ambientale che chiede a tutti gli impianti di trattamento dei rifiuti del Lazio di garantire la massima operatività per accogliere e trattare i rifiuti di Roma Capitale. Il riferimento è sia ai Tmb (impianti di trattamento meccanico biologico) sparsi sul territorio tra Aprilia, Viterbo, Frosinone che agli ultimi anelli della catena del ciclo: le discariche e il termovalorizzatore di Acea. Anche Ama però dovrà fare la sua parte: in 20 giorni, ripulire Roma e uscire dalla crisi.

Nel dettaglio, l’ordinanza indicherà «un preciso cronoprogramma di azioni da realizzare da parte della municipalizzata, con l’obiettivo di raccogliere in breve tempo tutti i rifiuti attualmente giacenti sulle strade della Capitale, ripulendo e ripristinando le condizioni di igiene e di decoro urbano», spiegano dalla Pisana. Vale a dire, raccolta spinta al massimo e con tutte le forze in campo. Non solo: «L’azienda municipalizzata dovrà anche assicurare la funzionalità di idonee infrastrutture logistiche, come stazioni di trasferenza e aree di trasbordo; la disponibilità di ulteriori impianti di trattamento mobili; ristabilire il regolare e tempestivo pagamento dei fornitori aziendali».

Il provvedimento, che era stato richiesto dal sindaco Virginia Raggi al governatore Nicola Zingaretti e al ministro dell’Ambiente Sergio Costa, è arrivato proprio grazie alla mediazione del ministro grillino. «Grazie Sergio Costa – le parole della prima cittadina su Twitter -. Ma aspettiamo ancora di leggere i contenuti dell’ordinanza della Regione Lazio». Intanto resta alto il rischio sanitario, come testimonia il boom di accessi negli ambulatori dei medici di famiglia denunciato in questi giorni dalla Federazione nazionale. Il vice segretario Pierluigi Bartoletti parla di un 30% di pazienti in più, «soprattutto anziani con patologie croniche». E la situazione è «simile» nei presidi di Pronto soccorso.

4 luglio 2019