Catecumeni, «figli del grembo della Chiesa di Roma»

Il vescovo Giuseppe Marciante ha presieduto la Messa nella quale sono stati “presentati” 113 «eletti» che riceveranno il battesimo nella veglia pasquale di sabato 4 aprile

Il vescovo Giuseppe Marciante ha presieduto la Messa nella quale sono stati “presentati” 113 «eletti» che riceveranno il battesimo nella veglia pasquale di sabato 4 aprile

«Il grembo della Chiesa di Roma non è sterile. Ancora partorisce figli che darà alla luce nella notte di Pasqua. Verrete iscritti nel libro dove sono registrati i figli di Sion. Iscriversi significa essere scelti nella Chiesa di Cristo ed essere cittadini della Gerusalemme del Cielo». Sabato pomeriggio (21 febbraio), nella basilica di San Giovanni in Laterano, il vescovo ausiliare del settore est, Giuseppe Marciante, ha presieduto la Messa durante la quale sono stati iscritti nell’elenco dei catecumeni i nomi di 113 «eletti», che, nella veglia pasquale di sabato 4 aprile, riceveranno il battesimo.

Durante l’omelia della Messa – concelebrata dai parroci e dai cappellani delle comunità dei catecumeni, da monsignor Andrea Lonardo, direttore dell’Ufficio catechistico e servizio per il Catecumenato e animata dal Coro della Diocesi di Roma, diretto da monsignor Marco Frisina – il vescovo ha spiegato come dopo l’«elezione» da parte di Cristo, i prescelti debbano necessariamente attraversare la tentazione, come Gesù nel deserto. «Come dice il libro del Siracide: “Se ti presenti a servire il Signore, preparati a subire la tentazione”. Satana, il nemico delle nostre anime, comincerà presto a muovervi guerra, a sbarrare la strada a Cristo perché vi vuole nella morte. Ma le tentazioni sopravvengano affinché si conoscano le cose nascoste nel nostro cuore». Dal combattimento della tentazione si può uscire vittoriosi, fidando nelle «armi» quaresimali. «Giuda – ha proseguito il presule – entrato nella tentazione dell’avarizia, non la superò e si impiccò. Pietro attraversò la tentazione del tradimento, ma non ne fu sommerso. Con lo scudo della fede possiamo spegnere le frecce infuocate del Maligno. Catechesi, digiuno, esorcismi, lacrime del pentimento, preghiera e le opere della misericordia: con queste armi possiamo attraversare questa lotta spirituale».

I catecumeni hanno poi chiesto di essere ammessi nella Chiesa. Padrini, madrine e catechisti hanno risposto positivamente alla domanda del vescovo sull’idoneità dei catecumeni di ricevere il Battesimo. I catecumeni – 68 donne e 45 uomini, 61 di nazionalità italiana e 52 stranieri – provengono da quattro continenti (manca solo l’Australia) e da storie di conversione le più diverse. Adèla Rubesova, dalla ex Cecoslovacchia, ha vissuto l’infanzia in un Paese comunista e ateo, ma ha avuto la possibilità di viaggiare e conoscere Roma, «capitale del cristianesimo». Poi l’elezione di Papa Francesco: «Mi ha colpito con le sue parole e gesti così semplici, concentrati sulla povertà e sulla tenerezza dell’amore evangelico, sono stati decisivi per me e li ho letti come un invito della Provvidenza a fare il passo decisivo: chiedere il Battesimo».

Nella scelta di Marco Sterpellone, romano di trent’anni, di chiedere il battesimo hanno contato i primi semi di Vangelo gettati dalla nonna. «La mia vita si è svolta lontana dalla fede poiché i miei genitori decisero di lasciare a me la scelta da grande. Mia nonna, nonostante la scelta dei miei genitori, mi ha insegnato le preghiere fondamentali». La parrocchia di Santa Maria Immacolata e San Giovanni Berchmans e le catechesi dei “Dieci comandamenti” hanno fatto crescere quei semi. «Abbiamo creato con alcuni ragazzi e con la mia fidanzata il gruppo “Rosmarino” e abbiamo intrapreso nuovi percorsi come “I dieci Comandamenti” e “I sette segni”, che si sono integrati con il mio percorso di catecumenato».

Paolo e Rossella, una coppia di coniugi romani, da alcuni anni catechisti dei catecumeni, hanno vissuto da vicino il momento della chiamata di Cristo, ricordata dal vescovo Marciante: «Tanti catecumeni amano parlare della loro vocazione. Nelle loro vite esiste un momento preciso, che ognuno di loro conosce perfettamente e che non dimenticherà mai, nel quale è arrivata una chiamata precisa, diretta, inconfondibile».

 

23 febbraio 2015