De Donatis ai sacerdoti: proseguite la missione con determinazione

Nel giorno della natività di San Giovanni Battista il cardinale vicario celebra i giubilei sacerdotali. «Grazie per il servizio offerto alla Chiesa di Roma»

Nella Natività di San Giovanni Battista, ieri sera, 24 giugno, il cardinale vicario Angelo De Donatis ha celebrato in una gremita cattedrale di Roma una Messa solenne, durante la quale quaranta sacerdoti della diocesi hanno rinnovato le loro promesse, a venticinque, cinquanta e sessant’anni dall’ordinazione. Concelebranti i vescovi ausiliari Paolo Selvadagi e Daniele Libanori, insieme al vescovo di Bolzano-Bressanone Ivo Muser. «Gli anniversari sono solitamente l’occasione per festeggiare – ha detto il porporato – ma anche per fare memoria, chiedere perdono e rendere grazie». Guardando alla figura di san Giovanni Battista, «l’ultimo dei profeti e il primo tra i testimoni – ha aggiunto -, desidero ringraziare per il ministero del sacerdozio e augurare a tutti voi di saper proseguire nella vostra missione con determinazione».

In particolare, nella sua omelia, De Donatis ha sottolineato l’umiltà di san Giovanni che «come una sentinella ha atteso l’alba per tutta la notte» e poi, dopo averla annunciata, «è stata messa da parte e congedata non appena sorto il sole». Infatti Dio «ha chiesto al Battista prima una dedizione incondizionata e in seguito un nascondimento radicale che solo la luce di Pasqua avrebbe poi illuminato». E San Giovanni «ha vissuto entrambe le dimensioni con fede e in particolare quella del ritirarsi senza sofferenza ma, anzi, in modo solare» mentre oggi «è così difficile fare un passo indietro», ha osservato il porporato durante la liturgia animata dal Coro della diocesi di Roma diretto da monsignor Marco Frisina. Ancora, «solo una testimonianza fedele poteva avere la forza di seminare in tal modo la Parola che dona la vita al mondo». Guardando quindi al «mistero del suo essere profeta», De Donatis ha messo in luce come «il nome dato a san Giovanni sia quello voluto da Dio e non quello scelto dagli uomini» e quanto «in quel nome è tracciato da sempre il suo cammino: vi è un progetto grande ma fatto anche di fallimento e di dolore, ed è così anche per la vita di ognuno».

Tuttavia, ciascuno di noi può e «deve scoprire il nome che Dio gli ha dato, quello con cui veniamo chiamati dal Padre nel segreto – ha detto ancora il cardinale -; questa scoperta richiede però il discernimento e una profonda sapienza». Ecco allora che guardare «al precursore di Cristo, colui che ha seminato davanti a Gesù, aprendogli la strada», può favorire «quell’orientamento decisivo per la nostra esistenza» perché «la sua testimonianza parla agli uomini di ogni tempo, conducendo a scegliere la via che, sola, porta alla vita». Concludendo, De Donatis ha ringraziato i sacerdoti per «il servizio offerto alla Chiesa di Roma», augurando loro «di continuare con fiducia nella missione di annuncio» affinché «nel deserto della nostra città si levi il grido della Parola del Signore».

25 giugno 2019