Padre Bruno Secondin, «esperto della fatica della montagna e di quella del cuore»

Il carmelitano morto a 78 anni. Le esequie a Santa Maria in Traspontina, dove dal ’96 animava la Lectio divina. Il priore: «Aveva il desiderio di porgere le Scritture a tutti»

Sono state celebrate sabato pomeriggio, 8 giugno, le esequie del teologo carmelitano padre Bruno Secondin, morto a 78 anni dopo una lunga malattia. Gremita la chiesa di Santa Maria in Traspontina in via della Conciliazione, a due passi da piazza San Pietro, affidata all’Ordine della Beata Vergine del Monte Carmelo, dove dal 1996 il religioso ha guidato due volte al mese gli incontri di Lectio Divina, l’ultimo lo scorso 24 maggio. «Padre Bruno aveva il sogno e il desiderio di riuscire a porgere in modo semplice e insieme profondo le Scritture a tutti – ha detto nella sua omelia padre Roberto Toni, priore provinciale dei Carmelitani – e in questi 22 anni, in più di 300 incontri, è davvero riuscito a far toccare con mano il fuoco vivo della Parola, facendola entrare nella vita concreta di ognuno con tanta attenzione alla storia e all’attualità».

Nel ripercorrere le tappe di «una vita vissuta in preghiera, fraternità e servizio, come impone il carisma carmelitano che aveva abbracciato nel 1950, con la professione solenne poi nel 1957», padre Toni ha ricordato «la sua attività accademica come docente di Spiritualità moderna e fondamenti di vita spirituale alla Pontificia Università Gregoriana, le oltre 30 pubblicazioni e, ancora, le conferenze, i ritiri e gli esercizi spirituali da lui tenuti», tra i quali quelli predicati a Papa Francesco e alla Curia romana nel febbraio 2015 nella Casa Divin Maestro di Ariccia. Ma in particolare il religioso ha citato il primo libro, dattiloscritto, che padre Secondin realizzò con molta cura a 24 anni: «Un testo non di spiritualità come quelli che sono venuti dopo ma sui cammini in montagna, nelle sue adorate Dolomiti». Nativo della provincia di Venezia, Secondin «era esperto della fatica della montagna e di quella del cuore e in nuce, in giovane età, ha saputo descrivere la bellezza del creato come segno della misericordia di Dio».

Invitando i presenti a non vivere con sofferenza la perdita del religioso ma a «gioire per averlo avuto nella nostra vita con la sua presenza amorevole ma anche severa, mai accomodato né accomodante», padre Toni ha poi osservato come le letture scelte dallo stesso Secondin per il suo funerale descrivano «sia nel commiato di Paolo dal discepolo Timoteo, sia in quello di Gesù dai sui apostoli», non tanto il distacco ma «la chiamata a una responsabilità: sono parole che ci ispirano e ci chiedono, proprio alla vigilia della Pentecoste, di essere autentici testimoni di Cristo, di fare sul serio e di essere pagine bianche su cui lo Spirito possa scrivere la sua storia».

Al termine della celebrazione, presieduta dal cardinale Joao Braz De Aviz, prefetto della Congregazione per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica, è stato letto il messaggio del superiore dei Carmelitani padre Fernando Millan Romeral, impegnato in Irlanda per la visita canonica alle comunità locali. «È una perdita grande per il nostro ordine e per la Chiesa di Roma quella di padre Bruno Secondin – ha scritto il religioso -; con tanti studiosi lui ha condiviso la Parola di Dio, seminando quell’amore che dovrebbe essere al centro del cuore di tutti i credenti». Ancora, il ricordo di come «abbia lavorato fino all’ultimo momento continuando a fare progetti e a pensare a cose nuove, affrontando con eleganza e serenità la malattia: anche questa è una lezione molto bella e molto importante».

10 giugno 20109