Mente si aggrava il bilancio della repressione governativa in Venezuela – con 168 persone arrestate e 7 giornalisti aggrediti o feriti, oltre ai due morti nelle proteste di martedì 30 aprile -, nel pomeriggio di ieri, 1° maggio, un episodio grave si è registrato a San Cristobal. A denunciarlo, il vescovo Mario Moronta: un gruppo di guardie nazionali bolivariane ha fatto irruzione nella chiesa di Nostra Signora di Fatima, quando stava finendo la celebrazione eucaristica. Prima due guardie sono entrate in motocicletta in chiesa; poi, dopo che il parroco padre Jairo Clavijo è sceso dal presbiterio per tentare di farle uscire, sono arrivate altre 40 guardie che hanno tentato di entrare in chiesa, guidate da un comandante di nome Ochoa. Ne è nata una discussione e le guardie hanno lanciato dentro la chiesa bombe lacrimogene. In una nota, dalla diocesi spiegano che si è poi riusciti a far defluire i fedeli. Una religiosa si è sentita male.

«Si tratta di un evento di somma gravità – scrive Moronta – e di un attacco contro la Chiesa cattolica. Ritengo responsabile di quanto accaduto il menzionato generale Ochoa, così come le autorità militari della regione, per questo vile evento, rispetto al quale c’è stata intenzionalità da parte degli assalitori, che non hanno il minimo rispetto per la dignità umana e nessun timore di Dio. La diocesi – aggiunge il presule – prenderà i provvedimenti del caso e agirà nel modo che si riterrà più opportuno».

3 maggio 2019