Olocausto, i sopravvissuti: «Speranza e fiducia nei giovani»

L’incontro con i 500 studenti al viaggio della memoria organizzato dalla Regione Lazio. Modiano: «Dentro di me ho una piaga che non chiuderà mai»

Mani che si alzano per chiedere la parola, mani che applaudono per esprimere apprezzamento e, di più, vicinanza. Sono quelle degli studenti delle scuole secondarie superiori del Lazio che da domenica stanno prendendo parte al viaggio della memoria organizzato dalla Regione e che ieri sera, 15 aprile, hanno incontrato i tre testimoni sopravvissuti allo sterminio nazista che li accompagnano nell’esperienza.

«Dopo l’orrore che avete vissuto nei campi di concentramento – ha chiesto Umberto del liceo scientifico Keplero di Roma -, come si fa a provare ancora gioia e dove si trova la voglia di vivere?». In tanti interrogano Samuel Modiano e le sorelle Andra e Tatiana Bucci sul “dopo” e loro rispondono citando gli affetti, il matrimonio, i figli e nipoti come elemento di forza e «segno che la vita continua e deve continuare».

Modiano ribadisce la sua «speranza e fiducia nei giovani» ai quali sente di dover «raccontare tutto, anche se è doloroso perché dentro di me ho una piaga che non si chiuderà mai, ma è per farvi capire che cosa è davvero successo così che quello che hanno visto i miei occhi non lo dobbiate vedere mai: dipende tutto da voi, dalle scelte che farete».

Matteo, dell’Istituto Benedetto da Norcia di Roma, ha domandato se sia davvero possibile conservare una fede e un sentimento religioso dopo una tale esperienza di vita. «Mi sono chiesta tante volte dov’era Dio, allora – ha risposto Tatiana Bucci – e purtroppo mi chiedo spesso anche oggi dove sia per quello che di male accade nel mondo ma mi sono sempre sentita e mi sento profondamente ebrea».

Qualcuno ha chiesto ai testimoni dell’Olocausto che cosa pensino del razzismo e della questione italiana dei migranti: «Si è persa l’umanità – ha affermato con convinzione Andra Bucci che oggi vive a Bruxelles – e ci si dimentica che le migrazioni sono sempre esistite: anche noi italiani dopo la guerra ci siamo spostati in Europa».

Tra gli studenti in sala c’erano anche Massimo e Anna Maria che frequentano il quarto anno all’Istituto Magarotto di Roma; sordomuti, sono stati accompagnati in Polonia da due delle loro docenti esperte in Lis e si dicono «colpiti dal grado di dolore che ha coinvolto tante, troppe persone» e «desiderosi di farsi portavoce con i compagni rimasti a casa, una volta tornati in classe».

Proprio ad essere «testimoni dei testimoni» ha invitato Massimiliano Smeriglio, vicepresidente della Regione Lazio, rivolgendosi ai 550 studenti che gremivano la sala: «Il viaggio straordinario che avete potuto fare è ora un patrimonio nelle vostre mani e deve essere uno strumento per leggere la realtà di oggi, riconoscendo anche un ritorno a forme di discriminazione che non possono e non devono essere accettate».

Ancora, mentre a tutti i ragazzi veniva consegnata una maglietta a ricordo dell’esperienza vissuta, l’invito a «ricordare l’orrore, per non ripeterlo, sempre, non solo nelle occasioni nelle quali si fa memoria ma ogni giorno». Al termine della serata, l’attore Fabrizio Gifuni ha declamato l’incipit e le pagine finali del libro “I sommersi e i salvati” di Primo Levi, cui il viaggio della memoria di quest’anno è dedicato, a 100 anni dalla sua nascita. Per gli studenti laziali, che faranno ritorno in Italia in serata, questa mattina è in programma la visita guidata alla città di Cracovia dopo le tappe di ieri ai campi di Auschwitz e Birkenau.

16 aprile 2019