Via Crucis al Colosseo con le meditazioni di suor Bonetti

Francesco ha scelto di affidare alla religiosa, presidente dell’associazione “Slaves no more”, i testi che scandiranno il rito del Venerdì Santo

Venticinque anni passati in Africa come missionaria e poi, al ritorno in Italia, la consapevolezza che la missione più dura è quella da vivere qui, nella cattolica Italia, sulle strade abitate dal popolo della notte, in mezzo al quale «Cristo soffre ancora oggi». Papa Francesco ha scelto suo Eugenia Bonetti, missionaria della Consolata e presidente dell’associazione “Slaves no more” (Mai più schiave), per affidarle il compito di preparare i testi per la Via Crucis del Venerdì Santo al Colosseo. Lo ha annunciato nei giorni scorsi il direttore ad interim della Sala stampa vaticana Alessandro Gisotti. «Al centro delle meditazioni – ha anticipato – la sofferenza di tante persone vittime della tratta di esseri umani».

Le donne, dunque, protagoniste di questa Via Crucis: la sesta a vedere una donna come autrice delle meditazioni. La prima era stata quella del 1993, per la quale Giovanni Paolo II aveva voluto madre Anna Maria Cànopi; nel 1995 toccò alla protestante Minke de Vries, quindi nel 2011 Benedetto XVI scelse l’agostiniana suor Maria Rita Piccione. Nel 2012 è stata la volta di una coppia di coniugi: Danilo e Anna Maria Zanzucchi. Nel 2017 infine la scelta è caduta sulla teologa francese Anne Marie Pellettier. Celebrare la Via Crucis, evidenzia suor Bonetti, «non vuol dire ricordare un fatto avvenuto 2mila anni fa ma ascoltare la voce soffocata dei nuovi crocifissi della storia, in cui si prolunga il Calvario di Gesù». Come le donne che la religiosa insieme ad altre 15 suore di diverse congregazioni e nazionalità incontra ogni sabato nell’ex Cie di Ponte Galeria, oggi Centro di identificazione e rimpatrio, portando ascolto e conforto. «Ho messo dentro le meditazioni, gli ultimi ventisei anni, i più duri e, al contempo, ricchi, della mia vita. E tutte le donne in cui mi sono imbattuta nei Calvari delle nostre strade – le parole di suor Eugenia -. I loro dolori ma anche la loro resistenza quotidiana per conservare un briciolo di umanità».

8 aprile 2019