Cyberbullismo, l’effetto negativo dei videogames on line

Le conseguenze della sessualizzazione della figura femminile. L’importanza di educare al rispetto delle differenze e alla responsabilità, anche nel gioco

Se da un punto di vista psico-sociale gli effetti della sessualizzazione e oggettivazione femminile prodotti dai media sono ben noti, dall’altro la relazione tra questo fenomeno ed il cyberbullismo, soprattutto all’interno di social network e chat, è poco conosciuto. Sembra che sessualizzazione, oggettivizzazione, cyberbullismo e videogames siano strettamente correlati, come spesso sottolineato dalla letteratura recente, che vede un crescente utilizzo dei videogiochi on line anche tra le ragazze.

Una costante dei giochi è quella di prevedere anche donne guerriere che sono spesso vestite con abiti succinti e sensuali, indipendentemente da quale sia il loro ruolo all’interno del gioco. Questo aspetto ha portato nel tempo a percepire la donna come un oggetto sessuale fin dalla giovanissima età; invece di conferire alla figura femminile forza, coraggio e un ruolo paritario a quello maschile, la sessualizzazione della figura femminile nei videogames ha contribuito a farla percepire come subordinata alla figura maschile.

Queste differenze relative al sesso si riscontrano non solo nei videogames ma anche nelle offerte proposte ai giovanissimi: recandosi in un qualunque negozio di giocattoli si notano le diverse tipologie di gioco destinate ai maschi e alle femmine. I primi possono scegliere tra una varietà di proposte che stimolano le capacità e l’intelletto, come costruzioni, macchinine e puzzle, mentre alle femmine sono rivolti giochi che mimano i comportamenti stereotipati delle donne: set di make up, cucine e pentoline, piccoli supermercati, bambole.

La letteratura psicologica ha sottolineato più volte come, sebbene ci sia una base genetica che influenza il comportamento maschile e quello femminile, le attitudini verso il gioco siano le stesse nei due generi, ma che vengano plasmate in una direzione o nell’altra dalle convenzioni sociali e dall’educazione dei genitori. Fin da piccoli i bambini imparano in quali spazi muoversi e costruire i propri gusti.

Lo stereotipo della donna materna, attraente, gentile e dell’uomo coraggioso, intelligente e forte, aspetti studiati nell’ambito della psicologia dello sviluppo, possono essere allargati al contesto dei videogames; nella maggior parte di questi, i personaggi femminili hanno caratteristiche sessuali definite ed esagerate e comportamenti seducenti. Quand’anche la protagonista è munita di forza e coraggio, non è con l’astuzia e l’intelligenza che esce da situazioni problematiche ma con il fascino. L’identificazione con questo personaggio porta all’esaltazione delle caratteristiche stereotipate che diventano evidenti nel momento in cui i giocatori e le giocatrici si confrontano attraverso le piattaforme on line, in cui è possibile giocare a squadre. I dati emersi da una ricerca pilota svolta in una scuola secondaria ha messo in evidenza come spesso le videogiocatrici siano percepite come “meno capaci” e maggiormente insultate.

Sebbene gli atti di cyberbullismo, sotto forma di insulti e molestie on line, siano presenti per entrambi i sessi, si differenziano per tipologia: i maschi vengono colpiti sulle capacità e quindi sulle competenze mentre le femmine rispetto alla dignità sessuale e all’aspetto fisico. La continua sessualizzazione della figura femminile porta le ragazze ad oggettivarsi, dando maggiormente importanza agli stereotipi legati all’aspetto fisico. Questo ha portato, nel tempo e per le ragazze già fragili, a un aumento dei disturbi alimentari, a sentimenti di inferiorità, di inadeguatezza fino a sfociare in ansia e depressione. Questi stati emotivi, che possono trasformarsi in patologia, sono tipici delle vittime di cyberbullismo, a cui si aggiunge la fobia sociale ed, in casi estremi, il rischio suicidario.

Di fatto, si può affermare che il cyberbullismo sia un fenomeno piuttosto comune, che coinvolge soprattutto le ragazze, e che venga attuato attraverso tre modalità: chatroom, Whatsapp e Facebook/Instagram. L’utilizzo di un linguaggio scurrile e l’attacco verbale non sempre sono accompagnati dalla consapevolezza del danno che possono causare agli altri. Si rende sempre più necessaria una educazione al rispetto delle differenze di genere, alla sensibilizzazione ed alla prevenzione nei confronti del cyberbullismo. È importante il sostegno dei coetanei, degli insegnanti e della famiglia, soprattutto come porto sicuro a cui rivolgersi in casi di violenza e molestie all’interno di internet. È necessario l’impegno al rispetto e all’educazione alla responsabilità a essere un giocatore leale perché non è mai possibile sapere quanto si stia facendo del male a chi sta dall’altra parte dello schermo (Lucia Calabrese, psicoterapeuta e sessuologa clinica).

5 aprile 2019