Con 159 voti contrari, il Parlamento britannico ha bocciato, nella serata di ieri, 12 marzo, il trattato modificato dalla premier e dalla Commissione Ue ieri sera nel quale era stato ridotto, ma non annullato, il rischio che il Regno Unito rimanga per sempre legato al backstop, la rete di protezione che mantiene il nord Irlanda dentro l’Unione europea. Ancora una sconfitta dunque per la premier Theresa May, anche se con un margine inferiore rispetto a quello del gennaio scorso, quando la premier era stata bocciata da Westminster con 230 voti.

I commentatori locali hanno sottolineato immediatamente che in circostanze normali la premier si dimetterebbe ma al momento nessuno vuole il suo incarico. «Manterrò le mie promesse – le sue parole, visibilmente provata – e il Parlamento sceglierà se vuole un “no deal” ovvero lasciare la Ue senza accordo, e giovedì deciderà se chiedere un’estensione dell’articolo 50 che ha avviato il processo di recesso dall’Unione». Anticipando che oggi il “no deal” verrà bocciato e giovedì approvata l’estensione dell’articolo 50, la premier ha avvertito: «Votare per un’estensione non risolverà i nostri problemi perché la Ue ci chiederà per quale motivo vogliamo un’estensione. Ovvero se vogliamo cambiare la data in cui lasciamo l’Unione o revocare l’articolo 50. Oppure se vogliamo un secondo referendum o un accordo diverso da quello che è stato bocciato questa sera».

13 marzo 2019