Reddito di cittadinanza. Caf Acli: «Situazione tranquilla. Tanti single, pochi giovani»

Il direttore generalePaolo Conti, traccia un bilancio della prima mattinata. Oltre 2,5 mila domande compilate. Una su dieci per la pensione e nessun assalto al Sud, almeno agli sportelli Acli

Situazione tranquilla, nessun assalto agli sportelli, ma nei Caf delle Acli non si registra neanche il temuto boom di domande dal Sud Italia, né quello dei giovani. Al termine della prima mattinata di vita del Reddito di cittadinanza, oggi, 6 marzo, è Paolo Conti, direttore generale dei Caf delle Acli a raccontare come sta andando la raccolta delle domande tra i 675 sportelli delle Acli sparsi in tutte le province d’Italia. «Nel mio ufficio a Rimini la situazione è tranquilla – racconta -. È già da un po’ di giorni che prendevamo gli appuntamenti per gestire i flussi in un certo modo. Ieri abbiamo chiuso il software e stamattina siamo partiti. Abbiamo un grosso afflusso, che riusciamo a governare abbastanza ordinatamente, e non abbiamo avuto fenomeni di caos generalizzato che si potevano prevedere alla vigilia. Non ho segnalazioni da nessuna delle sedi dei Caf Acli che ci siano situazioni di questo tipo».

A metà giornata, sono circa 2,5 mila le domande presentate dagli utenti dei Caf delle Acli in tutta Italia. «A livello territoriale le domande sono abbastanza trasversali – spiega Conti -. Non ci sono province dove non siano state presentate domande. Milano, Torino e altre le grande città del Nord sono avanti nella classifica e non c’è il boom a Catania o a Palermo, per esempio. Almeno da noi». Difficile fare delle stime nazionali nel corso della giornata odierna. Non ci sono solo i Caf a raccogliere le domande dei potenziali beneficiari. Oltre agli uffici postali, infatti, da oggi è possibile compilare la domanda per accedere al beneficio anche online. Intanto, sempre a livello nazionale, i Caf delle Acli mostrano qualche altro dato parziale interessante. «Abbiamo una nettissima prevalenza di reddito di cittadinanza rispetto alle pensioni di cittadinanza – specifica Conti -. Il rapporto al momento è circa uno a dieci».

Nel Caf di Rimini, dove si trova oggi il direttore dei Caf delle Acli, è già possibile fare un identikit di chi si è presentato stamattina per fare domanda. «C’è un po’ di tutto – spiega Conti -. Dalla famiglia con un unico genitore che lavorava e che ha perso il lavoro o che magari ha un part time e quindi ha valori Isee molto bassi ai tanti single tra i 40 e i 50. Abbiamo avuto anche una signora di 65 anni che ci ha detto di aver dato la propria disponibilità al lavoro ma non la vuole più nessuno e ha bisogno di arrivare a 67 anni per avere la pensione. Ci sono anche casi di questo tipo». Tra i primi a chiedere il reddito di cittadinanza però non ci sono giovani. «Non ne stiamo vedendo. Se questa era la paura iniziale, ovvero di vedere tanti giovani, qui per lo meno sono molto rari. Poi, magari, hanno fatto tutti la domanda online». Non mancano gli stranieri. «Sono circa un quarto in questa sede – aggiunge Conti -. La Romagna, tuttavia, non è un posto di grande immigrazione ma ci sono e sono fondamentalmente persone che sono qui da più di dieci anni. In alcuni casi abbiamo anche famiglie dove sono in due, di cui uno è diventato cittadino italiano perché è in Italia da tantissimo tempo».

Nei Caf delle Acli, alcuni aperti oggi già dalle 7 in via straordinaria, tanti chiedono informazioni su cosa accadrà dopo la presentazione della domanda. Con un decreto legge ancora in Parlamento, con i Centri per l’impiego ancora non riformati e l’attesa per i navigator, il futuro del reddito di cittadinanza appare ancora incerto. «Abbiamo tante richieste di informazioni, soprattutto sul prosieguo della domanda – continua Conti -. Ci sono ancora molte lacune informative ma noi stiamo consegnando a tutti un vademecum che spiega cosa accadrà da questo momento in poi. Ovvero, bisogna aspettare l’sms dell’Inps che arriverà tra il 15 e il 30 di aprile. Una volta ricevuto l’sms bisogna andare al Centro per l’impiego a firmare la dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro. Poi arriva il messaggio di Poste Italiane che dice dove andare a ritirare la card e quanto è stato caricato e a quel punto il ciclo è chiuso. Per la seconda metà di maggio dovremmo aver fatto tutto».

6 marzo 2019