Reddito di cittadinanza, c’è l’ok del Senato

Il provvedimento approvato con 149 voti favorevoli, 110 no e quattro astenuti. Ora la parola alla Camera dei deputati. Presentazione delle domande dal 6 marzo

Dall’aula del Senato arriva il primo via libera al “decretone”: il provvedimento del governo che contiene le due misure del reddito di cittadinanza e delle pensioni (la cosiddetta “quota cento”). 149 i voti favorevoli espressi da Palazzo Madama, a fronte di 110 no e 4 astenuti, in una seduta caratterizzata da diversi momenti di tensione. Ora il provvedimento passa alla Camera.

Inalterate le principali caratteristiche del reddito, che non vede modificati né i requisiti di accesso né le cifre e le scale di equivalenza: confermata dunque sia l’impostazione generale sia la somma dei 780 euro mensili per il singolo. Gli emendamenti del governo approvati dal Senato hanno modificato alcuni dettagli della misura: si è stabilito un livello minimo di stipendio sotto il quale non si è obbligati ad accettare l’offerta di lavoro proposta, fissato a 858 euro; un iter “rafforzato” per certificare la situazione del nucleo familiare dei cittadini extra Ue. Ancora, stabilita l’esclusione di chi ha presentato di recente dimissioni volontarie e decisi maggiori controlli per chi ha effettuato cambi di residenza negli ultimi mesi e per chi, sposato, ha ufficializzato la propria separazione.

Addio, nel testo approvato dal Senato, a qualsiasi velleità di controllare la natura delle spese effettuate con il reddito di cittadinanza. Il decretone infatti ha accolto lo stop del Garante per la tutela della riservatezza e dei dati personali, per cui lo Stato potrà controllare solo gli importi spesi ogni mese, cumulativamente, e non potrà quindi sindacare i singoli acquisti effettuati.

Le domande per ottenere il reddito di cittadinanza potranno essere presentate dal 6 marzo in poi, online, presso i Caf o agli sportelli delle Poste. Poste italiane stamperà le card su cui saranno caricati i soldi: tessere prepagate gialle, come la Poste Pay, senza nome, con numeri a rilievo, logo delle Poste e dotate di chip. L’assegno di cittadinanza in ogni caso si compone di due somme: fino a 500 euro di integrazione al reddito e un contributo per l’alloggio, che è pari a zero se si vive in casa di proprietà, a 150 euro se si paga un mutuo, a 280 euro se si vive in una casa in affitto.

27 febbraio 2019