Da Acs in 6 anni 4 milioni di euro per la Chiesa in Pakistan

Numerosi i progetti sovvenzionati dalla fondazione pontificia dal 2013. Il direttore Monteduro in visita nel Paese: «Importante riscontrare come grazie alla generosità dei benefattori si riesca a dare speranza»

Dal 2013 al 31 gennaio 2019 sono oltre 3 milioni e 930 mila euro gli aiuti che la fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che soffre (Acs) ha impegnato per progetti di solidarietà in diverse città del Pakistan, dove in questi giorni è in visita una delegazione guidata dal direttore Alessandro Monteduro. Si va dalla formazione pastorale agli aiuti umanitari, dai mezzi di comunicazione sociale fino alla messa in opera di misure di sicurezza, dopo gli attentati a Lahore del marzo 2015, per il seminario maggiore St. Francis Xavier di Youhanabad, per la chiesa di St. John sempre a Youhanabad e per l’assistenza legale alle vittime dell’attacco attraverso la Pontificia Commissione Giustizia e Pace. Altri progetti finanziati riguardano il Peace Centre per il dialogo islamo-cristiano a Lahore, alcune riparazioni all’edificio della scuola gestita dagli Oblati di Maria Immacolata a Karachi, la costruzione di mura di cinta e istallazione telecamere di sicurezza per il seminario di Nostra Signora di Lourdes a Islamabad-Rawalpindi e il sostegno alla pastorale carceraria e programma di riabilitazione detenuti cristiani a Faisalabad.

Proprio per seguire alcuni di questi progetti e per rilanciare l’azione di supporto alla Chiesa locale è stato organizzato il viaggio di questi giorni. Diversi gli incontri in programma, tra cui quello con l’arcivescovo di Karachi, il cardinale Joseph Coutts. «Da questa visita – dichiara Monteduro – sta emergendo l’immagine di un Paese nel quale le minoranze vivono oggettivamente in una condizione di oppressione. Per Acs è importante riscontrare come grazie alla generosità dei benefattori si riesca a dare loro speranza. Visitare una chiesa non ancora terminata e sentirsi raccontare dal parroco che non è solo un luogo di preghiera ma anche simbolo dell’identità delle 400 famiglie cattoliche che la frequentano è motivo per continuare a sostenerle contro l’oppressione di chi vorrebbe che queste famiglie lasciassero le loro case, trasferendosi in altre zone di Karachi, oppure emigrassero all’estero. L’oppressione di chi vorrebbe che quei cattolici abbandonassero la loro fede per convertirsi ad un’altra religione».

Il viaggio della delegazione, per Monteduro, «conferma quanto sia fondamentale l’aiuto caritativo di organismi come Acs e del dialogo. La dichiarazione di Abu Dhabi, frutto della visita di Papa Francesco negli Emirati arabi uniti, è un punto di partenza storico. Lo testimonia anche la “Dichiarazione di Islamabad”, firmata nei giorni scorsi da oltre 500 imam di tutto il Paese che hanno condannato violenze e discriminazioni sulle minoranze e riconosciuto la legittimità di una giustizia che ha voluto assolvere Asia Bibi».

8 febbraio 2019