Giancarlo Fisichella racconta “La Formula 1 come un romanzo”

Pubblicato da Sperling e Kupfer il libro scritto dal pilota romano insieme a Carlo Baffi. «A Monza capii cosa vuol dire correre in Ferrari. Sono orgoglioso di esserci arrivato dopo Alboreto, l’ultimo pilota italiano sulla rossa»

È strano vedere Giancarlo Fisichella vestito in jeans e felpa blu seduto su una poltrona invece che con una tuta rossa. “Il profumo dell’asfalto. La Formula 1 come un romanzo” (Sperling e Kupfer, 2018, pp. 288, 15€) è il libro del pilota romano, classe 1973, scritto con Carlo Baffi, esperto di Formula 1. «Una parte del ricavato andrà a Telethon – precisa Fisichella -. Questo libro parla di Formula 1 partendo dal 1930. Poi della mia carriera dal 1996 al 2009, anno del ritiro dalla F1. Oggi corro in Ferrari Endurance».

Fisichella è l’ultimo italiano in F1, in Ferrari per sostituire Felipe Massa, vittima di un incidente in Ungheria nel 2009. Come è nata questa passione? «Mio padre Pino, che non c’è più da quasi quattro anni, mi portò a vedere una gara di go kart a otto anni. Mi portò su una pista per farmi correre 20 minuti. Mi sono fermato solo quando è finita la benzina». Una escalation piena di sacrifici, la sua. Emerge in Formula 3 nel 1994. Nel 1996, grazie a Giancarlo Minardi, esordisce in Formula 1.
«La mia famiglia è stata fondamentale, mia moglie e i figli. Un appoggio importante. Devo ringraziare mio padre per gli sforzi che ha fatto e la passione che mi ha trasmesso. È stato orgoglioso di me». La F1 non è più quella del suo esordio «è cambiata molto, oggi servono milioni di euro anche per correre nelle retrovie. Io sono passato per varie fasi e regolamenti, bastava il talento».

Alcuni piloti, di cui parla nel libro, hanno lasciato un’impronta particolare. Come Michael Schumacher: «Ha scritto la storia della F1. Con lui è nata un’amicizia al di fuori dei circuiti. Appassionato di calcio, mi chiedeva dei miei allenamenti, abbiamo giocato molte partite nella Nazionale Piloti. Mi diede un passaggio sulla sua monoposto nel 1997 quando mi fermai a Hockenheim, in Germania, per l’esplosione di una gomma quando ero in testa. Mi riconobbe come vincitore morale».
Ayrton Senna è stato un altro grande: «Non l’ho conosciuto di persona. Un mito, un modello, fortissimo in tutte le condizioni».

Per affrontare una gara occorre una buona preparazione fisica. «È fondamentale. Dobbiamo fare tanto sport, diventare resistenti e potenziare i muscoli. La curva dell’eau rouge-Raidillon sul circuito di Spa Francorchamps, in Belgio, si fa in apnea». Non mancano gli incidenti. «Fanno parte del lavoro. Alcuni sono stati molto brutti, come a Monza». Fisichella racconta che il suo sogno nel cassetto era proprio «arrivare alla Ferrari. Corsi le ultime cinque gare del 2009. A Monza capii cosa vuol dire correre in Ferrari. Sono orgoglioso di esserci arrivato dopo Alboreto, l’ultimo pilota italiano sulla rossa».

Ora si sta affacciando un nuovo Schumacher in F1. «Conosco Mick, abbiamo giocato a calcio. Sta crescendo e spero che arrivi in F1». Elio De Angelis, Emanuele Pirro, Andrea De Cesaris, sono tanti i piloti romani in F1: «Ognuno ha lasciato un segno». Fisichella continua a correre in Endurance dal 2010. «Ho vinto due volte la 24 Ore di Le Mans. Nell’automobile fa molto caldo, vengono i crampi, anche se non ci sono le sollecitazioni della F1». Il momento più forte? «La griglia di partenza con la sua concentrazione e l’adrenalina. Arrivare a 370 km orari è normale, la cosa difficile è frenare e passare a 60». Un momento speciale? «Sono molti. La gara più strana in Brasile nel 2003. Una vittoria amara perché per un errore dei cronometristi non salii sul gradino più alto del podio. Poi fui dichiarato vincitore nel GP successivo ma non fu la stessa cosa».

Cosa pensa della Formula E? «È il futuro, ci sarà molto spazio per il motore elettrico. Si svolge in città e attira tanto pubblico. Ma non la paragonerei mai alla F1».

Lei si affida a un angelo custode prima di partire. «Un mio amico che perse la vita durante una corsa a Parma, a 14 anni. Negli anni si sono aggiunti altri angeli».

30 gennaio 2019