A San Giovanni la Messa per l’istituzione di lettori e accoliti

La celebrazione presieduta dal vescovo Daniele Libanori. Le linee guida in un motu proprio di Paolo VI datato 1972. L’esortazione del presule: mantenere «l’impegno a una vita santa, per essere validi testimoni verso i fratelli»

La diocesi di Roma si arricchisce di due nuovi lettori e sei accoliti. I due ministeri sono stati conferiti sabato 10 novembre nel corso di una Messa presieduta dal vescovo Daniele Libanori, delegato del Centro diocesano per il diaconato permanente, nella basilica di San Giovanni in Laterano. Riccardo Baldi della parrocchia di Santa Maria in Traspontina e Stefano Fioravanti della Natività di Maria a via Bravetta sono stati eletti al ministero del lettorato. Sono stati invece istituiti accoliti Carlo Buonfrate della parrocchia di Santa Maria Janua Coeli, Fabrizio Marchioni di Sant’Ippolito, Massimo Cama di San Giuseppe Artigiano, Gianluigi Paesani di San Giorgio, Alessandro Mariotti della parrocchia di Gesù Divino Maestro e Massimo Lucidi della chiesa della Resurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo. Ai due lettori, che si sono prostrati in ginocchio davanti al vescovo, è stato consegnato il libro della Sacra Scrittura mentre gli accoliti, anch’essi inginocchiati, hanno ricevuto la patena con il pane e il calice con il vino che sono stati consacrati durante la celebrazione. Tra i concelebranti, don Enrico Feroci, rettore del Seminario della Madonna del Divino Amore, e padre Giuseppe Midili, direttore dell’Ufficio liturgico diocesano.

Dopo la riforma del Concilio Vaticano II il lettorato e l’accolitato sono ministeri istituiti conferiti anche ai laici e disciplinati dalla lettera apostolica in forma di motu proprio “Ministeria quaedam” di Papa Paolo VI del 1972. Al punto VII è sancito che i due ministeri sono riservati solo agli uomini e il lettorato è il primo dei ministeri istituiti. Ha radici molto remote. Una traccia dell’esercizio di questo ministero si trova nel II secolo nella I Apologia di Giustino nella quale il lettore appare come una figura distinta da chi presiede e fa l’esortazione ma dal testo non si evince se fosse un ufficio vero e proprio. Esplicita testimonianza del “lector” sono fornite da Tertulliano e Ippolito Romano.

Nel documento di san Paolo VI sono delineati i compiti del lettore, al quale spetta proclamare la Parola di Dio, ma non il Vangelo, durante la Messa e le altre liturgie. Può recitare il salmo, in assenza del diacono può enunciare le intenzioni della preghiera universale dei fedeli. Sua mansione è anche quella di istruire i fedeli a ricevere i sacramenti. Il motu proprio precisa che il lettore può anche preparare coloro che devono leggere la Sacra Scrittura durante le funzioni. L’insegnamento di un «umile catechista» svolto con «rispetto e amore», ha precisato Libanori. I lettori «dovranno sentire la responsabilità di nutrirsi della Parola di Dio specialmente attraverso la meditazione quotidiana», ha rimarcato il vescovo. Ha esortato i nuovi eletti ad «assimilarla» affinché la proclamazione durante l’assemblea liturgica «sia viva e sostenuta da una fede vigorosa e trascinante». Da questo scaturisce la testimonianza.

L’accolito, dal greco seguire o servire, è il ministero affidato a coloro che, nella Chiesa, sono chiamati a seguire e collaborare strettamente con i sacerdoti. Ad essi è affidato il servizio all’altare. Da alcuni scritti risulta che già al tempo di Papa Cornelio, nel 252, gli accoliti erano 42 divisi secondo le sette regioni di Roma. Anche questo ministero è stato restituito alla Chiesa come un servizio stabile dal motu proprio “Ministeria quaedam” e può essere conferito anche ai laici. Il documento apostolico specifica che il suo compito è quello di aiutare il diacono e fare da ministro al sacerdote nella celebrazione della Messa. Può distribuire la comunione ed è invitato a portare l’Eucaristia ai malati. In circostanze straordinarie può essere incaricato di esporre all’adorazione dei fedeli e poi riporre il Santissimo Sacramento ma non può benedire il popolo. «L’altare – ha spiegato monsignor Libanori – diventa la sorgente della sua vita spirituale. Sosterrà in preghiera davanti all’Eucaristia facendosi interprete delle ansie e dei bisogni del popolo di Dio». Ai nuovi lettori e ai nuovi accoliti il vescovo ha rivolto l’ultima esortazione a mantenere «l’impegno a una vita santa attraverso la preghiera e l’assiduità ai sacramenti, per essere validi testimoni verso i fratelli con i quali condividono la fatica quotidiana».

12 novembre 2018