I ragazzi delle scuole a confronto su migrazione e pregiudizi

Al Massimo la premiazione dei concorsi letterari promossi dal Centro Astalli “La scrittura non va in esilio” e “Scriviamo a colori”. Dacia Maraini: «Credevamo che il razzismo fosse un ricordo ma dobbiamo ricrederci»

Una grande festa con la musica rap di Amir Issaa, il monologo teatrale di Fabio Troiano, l’appello contro il razzismo di Dacia Maraini per abbattere stereotipi, xenofobia, pregiudizi e discriminazioni. Temi forti che hanno catalizzato l’attenzione di molti studenti intervenuti questa mattina, martedì 30 ottobre, alla premiazione dei concorsi letterari promossi dal Centro Astalli “La scrittura non va in esilio“ e “Scriviamo a colori”, rispettivamente riservati alle scuole superiori e alle scuole medie. Le avverse condizioni meteorologiche non hanno permesso a molti istituti di raggiungere l’auditorium Massimo, dove si è svolta l’iniziativa che ogni anno riunisce le scuole aderenti ai progetti didattici “Finestre. Storie di rifugiati” e “Incontri. Percorsi di dialogo interreligioso”. Le due attività coinvolgono 25mila studenti in 15 città italiane.

Lunghi applausi per Filippo Bartolozzi del liceo scientifico “Vito Volterra” di Ciampino, primo classificato alla XII edizione del concorso “La scrittura non va in esilio” con il racconto “Lo stuntman”. Il saggio, un inno alla speranza, è stato letto dall’attore napoletano Troiano, nei mesi scorsi in tournee con la pièce teatrale “Lampedusa”. Sullo sfondo la proiezione della grafic novel appositamente realizzata dal vignettista Mauro Biani. La IV edizione di “Scriviamo a colori” è stata invece vinta da Antonietta de Trizio dell’istituto comprensivo “Umberto Nobile” (Ciampino), autrice del racconto “Storie mai raccontate”. Menzione speciale del Centro Astalli alla III F dell’istituto comprensivo “Calderini Tuccimei” di Acilia che ha narrato la “Storia di Jawad”, giovanissimo rifugiato afgano scappato dalla guerra e accolto dal Centro Astalli. A tutti i vincitori sono stati regalati zaini di libri: dai grandi classici che trattano il tema dell’esilio ai romanzi di Dacia Maraini, Melania Mazzucco, Andrea Camilleri ed Erri De Luca.

Il razzismo è un tema caldo ai nostri giorni e il riaccendersi di sentimenti di odio e discriminazione, per Dacia Maraini, rende necessari eventi simili. «Credevamo che il razzismo fosse un ricordo sepolto dalla seconda guerra mondiale ma dobbiamo ricrederci», ha affermato la scrittrice di Fiesole, che dal 1943 al 1946 fu internata con la famiglia in un campo di concentramento giapponese. Non ha nascosto la sua preoccupazione per un sentimento che sta riemergendo, «in forme ambigue e diverse». La saggista ha evidenziato che oggi molti giovani non conoscono la storia e compito degli adulti è quello di dialogare e ragionare con i ragazzi e insegnare loro che «gli insulti non portano da nessuna parte»perché non esistono «le razze, abbiamo tutti lo stesso Dna». Va quindi incoraggiato e sostenuto l’impegno del volontariato, in questo periodo di «crisi di ideologie, dei partiti e delle istituzioni», ha concluso Maraini.

L’evento, presentato dal giornalista Rai Giovanni Anversa, è stato realizzato con il patrocinio del Centro per il libro e la lettura del ministero per i Beni e le attività culturali. Padre Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli, si è soffermato sull’impegno profuso nelle scuole contro il razzismo e ogni forma di discriminazione. Spiegando il senso dell’iniziativa ha rimarcato che lavorare con il mondo della scuola e con i giovani «significa gettare delle fondamenta solide sulle quali costruire società inclusive, plurali e democratiche». L’unica strada percorribile per «un futuro di pace» è quindi quella di «investire sulla cultura, la conoscenza e l’incontro con l’altro» il quale va sempre accolto e «mai rifiutato». Il Centro Astalli, ha spiegato padre Ripamonti, promuove incontri tra le scolaresche e i rifugiati: «Occasione importante per riflettere» perché solo investendo sulla cultura si può «cambiare parere». Gli ha fatto eco padre Giovanni La Manna, rettore dell’istituto Massimo, secondo il quale è doveroso «incoraggiare i giovani a farsi una propria idea di ciò che accade nel mondo e a rimanere vivi con la testa e con il cuore». Presenti tra gli altri Romano Montroni, presidente Centro per il libro e la lettura del MiBAC,  e Valerio Cataldi, presidente dell’associazione Carta di Roma, il quale ha spiegato che «non esistono parole sbagliate ma spesso è errato l’uso che se ne fa».

30 ottobre 2018