La santità, via maestra per la vita eterna

Nell’Aula della Conciliazione la catechesi del cardinale Ladaria Ferrer. Il vicario De Donatis: «Importante riflettere insieme sul grande mistero della vita che, uscendo dalla morte grazie alla morte di Cristo, entra nell’eternità»

La vita eterna come «obiettivo della vita cristiana e traguardo di massima felicità per l’uomo», perché termine di un peregrinare che, dantescamente, conduce finalmente alla «visione luminosa del volto di Dio che è Padre». Su questi elementi il cardinale Luis Francisco Ladaria Ferrer, prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, ha sviluppato ieri sera, 29 ottobre, la sua catechesi sul tema “Chiamati alla vita eterna e alla santità”, nell’Aula della Conciliazione del palazzo del Vicariato, in piazza San Giovanni in Laterano. Un appuntamento organizzato dal Centro diocesano per la Pastorale familiare.
«È importante riflettere insieme sul grande mistero della vita che, uscendo dalla morte grazie alla morte di Cristo, entra nell’eternità – ha chiosato il cardinale vicario Angelo De Donatis accogliendo il porporato spagnolo -; ancora di più è significativo farlo nell’imminenza della commemorazione dei fedeli defunti, tanto sentita e vissuta nella fede del nostro popolo».

In primo luogo Ladaria Ferrer ha sottolineato come «dobbiamo tutti sentirci chiamati alla vita nuova che abita in noi fin dal battesimo» perché «la risurrezione di Cristo e la nostra non possono essere disgiunte poiché la sua, che è il capo, acquista pienezza di senso solo con quella delle membra, ossia noi, che ad essa partecipiamo poiché il Figlio è morto per noi». Di qui la lettura del mistero in termini cristologici rispetto alla creazione dell’uomo a opera di Dio, a sua immagine e somiglianza: «La nostra conformazione a Cristo – ha continuato il porporato – deve necessariamente comportare anche la nostra salvezza, che si realizzerà quando Egli si manifesterà, cioè quando avremo, secondo le parole di San Paolo, la visione piena, non più confusa, “come in uno specchio”, del volto di Dio che donerà a ciascuno la vera gioia e il quieto riposo».

La vita eterna però «non si raggiunge automaticamente ma passa attraverso il giudizio di Dio, un giudizio misericordioso che tuttavia non ci esenta dal compiere le nostre scelte di vita con serietà e responsabilità, sempre nel rispetto del Padre della nostra libertà». Di seguito, il cardinale Ladaria ha riflettuto sulla santità quale strada per raggiungere l’eternità compiendo un’analisi della esortazione apostolica di Papa Francesco “Gaudete et exultate”, «documento guida per la trattazione di questo tema». A partire dalla constatazione della chiamata universale alla santità, che il porporato ha sottolineato essere «un dono dello Spirito Santo», è stata quindi messa in luce l’importanza attribuita dal Pontefice alla “classe media della santità”, «quella vissuta nella quotidianità, non solo quella dei grandi santi canonizzati poiché non esistono regole fisse e criteri di riferimento per divenire santi». Seppure «la Parola, i sacramenti e la testimonianza dei santi possono ispirarci e motivarci – ha spiegato il porporato -, il Padre ha un progetto specifico per ciascuno: essere santi è essere buoni amministratori dell’insegnamento di Gesù, modellare la nostra vita alla Sua impegnandoci nella costruzione del Regno sia sul piano
pastorale dell’impegno concreto, sia sul piano spirituale, rispettando il silenzio e il tempo della preghiera».

In conclusione, Ladaria ha considerato i due pericoli che Papa Fracesco individua come ostacolo alla santità: «Da un lato il neognosticismo che si chiude nell’immanenza della ragione, riducendo l’insegnamento di Gesù a logica e volendo addomesticare il Vangelo con la pretesa di dominare la trascendenza», senza comprendere che «non è possibile avere una risposta per tutte le domande». Ancora, «l’assolutizzazione della volontà dei neopelagiani che mancano di umiltà e dimenticano che tutto viene da Dio e che il dono della grazia supera le capacità dell’intelligenza umana: tra le due vi è una disuguaglianza illimitata». Da ultimo, le indicazioni da seguire per pervenire alla santità nel quotidiano, «camminando sulla strada e alla luce del maestro»: è il brano delle Beatitudini che «deve farci da riferimento, perché non possiamo pensare di proporre un modello di santità che non combatta l’ingiustizia di questo mondo e non sia contro la logica del consumismo».

Al termine della catechesi di Ladaria, il cardinale vicario ha espresso gratitudine «perché, da padre, è stato capace di riportare l’attenzione sulla dimensione più importante della nostra vita, perché la memoria mortis non ha niente a che vedere con la tristezza ma, come diceva Mozart, deve essere la chiave attraverso cui leggere ogni giorno il senso della nostra vita».

30 ottobre 2018