Sinodo, consegnato il progetto del documento finale

Confermata anche la lettera ai giovani. Il 25 ottobre il pellegrinaggio dei padri sinodali fino a San Pietro e la Messa con il Papa. Il cardinale Tagle: «I preconcetti sono stati messi in discussione»

Il Sinodo dei vescovi sui giovani si avvia alla conclusione e oggi, 23 ottobre, è stato consegnato il progetto del documento finale illustrato dai due relatori speciali e dal cardinale da Rocha. Un evento, ha spiegato Paolo Ruffini, accolto da un lungo applauso. «Domani – ha aggiunto il prefetto del dicastero per la Comunicazione – i padri potranno proporre integrazioni e sostituzioni. È un nuovo documento rispetto all’Instrumentum laboris, anche se i due testi si integrano a vicenda. È più breve, anche se corposo, e riprende temi e discussioni». L’icona scelta è quella dei discepoli di Emmaus. Confermata anche la lettera ai giovani che sarà illustrata probabilmente domani mentre giovedì il pellegrinaggio dei padri sinodali partirà alle 8.30 dal Don Orione per raggiungere San Pietro, dove alle 12 ci sarà la celebrazione della Messa a cui parteciperà anche il Santo Padre.

Al briefing sui lavori era presente Joseph Sapati Moeono-Kolio, delle isole Samoa, uditore, membro di Caritas internationalis, che ha usato una analogia molto calzante: «Da secoli noi navighiamo negli oceani: con la saggezza degli anziani che sapevano leggere le stelle e le correnti, in fondo alla canoa, mentre i giovani erano la forza, l’energia. È il simbolo di ciò che stiamo cercando di realizzare». Lo stesso giovane ha sottolineato come si sia parlato molto di dottrina sociale, ricordando san Romero «esempio di Chiesa che insegna, predica e agisce».

Un’altra analogia è stata utilizzata da monsignor Bienvenue Manamika, vescovo congolese di Dolisie, al suo primo Sinodo, considerato «una specie di lancio in orbita. Noi vescovi siamo i satelliti che rinvieranno segnali sulla terra per i giovani. Occorre vedere come». Il vescovo si è detto lieto che si sia parlato degli scandali di abusi sessuali e di potere e della richiesta di purificazione, come pure della formazione: «In Europa siete molto avanti, da noi è un problema, è importante insistere sull’istruzione per crescere in uno sviluppo di qualità, integrale dell’uomo. La presenza del Papa – ha concluso – ci ha incoraggiato a tirare fuori ciò che ribolliva nel nostro cuore».

Sia il cardinale Bo, arcivescovo di Yangon, che il cardinale Tagle, arcivescovo di Manila, hanno concordato sull’opportunità di apprendere molto da questo Sinodo, nonostante siano dei “veterani” (hanno partecipato rispettivamente a 6 e 7 assemblee). «I giovani non sono inutili, sono “sottoutilizzati” – ha sottolineato Bo -. Il Papa ha ascoltato molto e spero che la Chiesa dia più attenzione ai giovani e che ogni diocesi dia seguito alle indicazioni». Dal canto suo,Tagle si è chiesto come si comporterebbe se avesse 20 anni e vivesse in Iraq o 26 e in Pakistan, come alcuni degli uditori. «Non è un Sinodo che pretende di fornire tutte le risposte, perché la vita non è chiara, ancora meno quella dei giovani. Quando ero giovane si diceva “Vai a comprare il colgate”’ ed era ovvio che fosse il dentifricio. Ora ci sono diverse marche e anche solo per comprare il dentifricio un giovane deve scegliere, non è più come una volta. Sono lezioni preziose, le mie idee preconcette sono state messe in discussione. Ma il vero Sinodo è quello che avverrà dopo, nelle conferenze episcopali, nelle scuole, nelle famiglie». Tra i temi affrontati la questione delle donne, la presenza nel documento finale di riferimenti al mondo lgbt, la persecuzione dei cristiani, il rischio di un documento troppo “eurocentrico”.

Infine, il gesuita padre Antonio Spadaro ha presentato l’evento in programma nel pomeriggio, al quale parteciperà il pontefice, con la presentazione del libro “La saggezza del tempo”, nato da «un’intuizione fortissima del Papa che si connette con il sinodo e guarda alla Gmg. Prendendo spunto da un versetto di Gioele che gli è rimasto nell’anima, Francesco dice che se gli anziani non sognano, sulla base dell’esperienza, i giovani non possono vedere il futuro: «Abbiamo bisogno di nonni sognatori e “memoriosi”». Tra le esperienze raccolte nel volume anche la testimonianza di Martin Scorsese. «Il Santo Padre – ha aggiunto Spadaro – ha avuto un triplice modo di partecipare: scrivendo l’introduzione, portando la sua esperienza personale di anziano, di come sentirsi nonno, e infine come guida spirituale commentando le storie».

23 ottobre 2018