I padri sinodali in pellegrinaggio da Monte Mario a San Pietro

Lo ha comunicato il segretario del dicastero per la comunicazione, Paolo Ruffini, in apertura della conferenza stampa tenuta al termine della seconda settimana di lavori del Sinodo sui giovani

Si terrà sabato 25 ottobre l’annunciato pellegrinaggio dei Padri sinodali lungo gli ultimi sei chilometri della via Francigena, da Monte Mario a San Pietro. Lo ha comunicato il segretario del dicastero per la comunicazione, Paolo Ruffini, in apertura della conferenza stampa tenuta al termine della seconda settimana di lavori del Sinodo sui giovani. Lo stesso segretario ha anche reso noto l’arrivo di 1500 cartoline di sostegno e ringraziamento al Papa da parte di giovani francesi. Ruffini ha poi ribadito le modalità di votazione sul documento finale: la Commissione per la redazione presenterà una bozza del testo, in italiano, che sarà letta e discussa in aula. Poi sarà redatto il testo definitivo che sarà presentato sabato 25 e, dopo qualche ora per consentire ai Padri di leggerlo con calma, ci sarà la votazione punto per punto.

«È il quarto Sinodo a cui partecipo – ha detto il cardinale Sako nell’incontro con la stampa – ma è molto diverso dai precedenti nel modo di ragionare e analizzare le sfide dei giovani. Quello che noto è che serve un linguaggio nuovo, comprensibile per loro. Siamo abituati a usare un linguaggio “tradizionale” ma occorre trovarne un altro. La Chiesa è uscita dal palazzo, è vicina e solidale con il mondo e con i giovani, anche se all’assemblea ce ne sono pochi – ha aggiunto –. Però hanno preso la parola e questo scambio di vedute aiuterà a cambiare la pastorale. Il Sinodo non è un parlamento, l’importante non è il documento finale ma cosa portiamo ai nostri giovani, quale spirito e quale speranza possiamo dare loro». Il patriarca ha anche sottolineato che nell’Instrumentum laboris si parla poco dei giovani perseguitati. «Dobbiamo ascoltare la loro realtà, i loro sogni, le loro speranze, le loro paure. Ma alla fine del tunnel c’è tanta luce. Ho imparato molto in questi giorni» ha concluso.

Il vescovo brasiliano di Porto Alegre Jaime Spengler ha messo in evidenza, in maniera chiara, qual è la questione di fondo del Sinodo: «Come trasmettere la fede alle nuove generazioni? Due fenomeni ci sfidano – ha sottolineato –. Il primo è che viviamo un cambiamento di epoca. È una situazione che sfida la fede: è un tempo di conquiste straordinarie per la scienza e la tecnica ma quante persone ne possono usufruire?». Il secondo fenomeno è la «globalizzazione, che riguarda tutti. In questa società contano la produttività, il consumo e il guadagno». Questo mette in secondo piano «i valori più profondi della nostra cultura e tocca da vicino i giovani. Come possiamo rispondere alle loro necessità?». Il vescovo ha quindi sottolineato che finora si è parlato poco di una realtà devastante «per tanti giovani e tante famiglie: la droga. Le statistiche dicono che fa più vittime in Brasile della guerra in Siria». Su questo, incalzati da una domanda, c’è stato un piccolo botta e risposta col cardinale Sako. Alla fine tutti d’accordo sul fatto che siano due realtà completamente diverse e non paragonabili nei numeri (il Brasile ha 220 milioni di abitanti, tutto il Medio Oriente ovviamente molto meno) ma il senso è che il consumo di stupefacenti è una «realtà crudele» che in America Latina, soprattutto nei fine settimana, «causa una carneficina che grida al Cielo».

Dal canto suo il cardinale Turkson ha messo in rilievo due aspetti. Il primo è che «tutti hanno bisogno di una guida, di un “manuale delle istruzioni’ della vita”. Lo scopo del Sinodo è pertanto quello di aiutare i giovani a mettere insieme il proprio manuale, per trovare la giusta collocazione». Il secondo punto toccato dal porporato ha riguardato la vocazione al sacerdozio: «Non è esatto dire che non se ne parla durante il dibattito. Ma uno degli obiettivi è proprio quello di allargare il concetto di vocazione, che finora è stata intesa soprattutto come chiamata al sacerdozio o alla vita religiosa. Invece occorre ampliarlo ad altre situazioni della vita, nel senso che la vocazione è fare la volontà di Dio».

 

16 ottobre 2018