Scuolemigranti, obiettivo integrazione

86 scuole gratuite di italiano per adulti, con 135 sedi nel Lazio e circa 12mila allievi all’anno: questa la rete che arriva dove la scuola pubblica non sempre ce la fa. Nel Lazio oltre 77mila alunni di origine non italiana

Un convegno per far incontrare la classe politica, la “parte pubblica” che si occupa di istruzione, e le realtà di volontariato impegnate “sul campo” per l’integrazione degli immigrati, il cui primo ostacolo in un Paese del tutto nuovo è rappresentato proprio dalla lingua. Con lo scopo di mettere a sistema i dati disponibili e migliorare un servizio che spesso la scuola pubblica non riesce a fornire. È questo, in sintesi, il senso dell’incontro “Diamo anche ai nuovi cittadini il diritto di studiare”, organizzato dall’Università Roma Tre e dalla Rete Scuolemigranti, nel corso del quale è stata presentata una interessante indagine compiuta su 5.837 adulti iscritti delle scuole di italiano delle associazioni e degli enti di terzo settore nel Lazio.

Alessandro Amidei, della Caritas (La Storta), da tre anni segue un progetto di Scuolemigranti: «La scuola pubblica non sempre è attrezzata per accogliere chi arriva in Italia – spiega -. Per esempio una barriera è legata all’età: ci sono grosse difficoltà per i ragazzi nell’età dell’obbligo, sotto i 16 anni». Uno dei motivi è l’instabilità economica dei migranti, che li porta spesso a cambi di alloggio e di conseguenza di scuole: possono verificarsi difficoltà nell’iscrivere l’alunno, soprattutto quando le classi sono ormai definite. Un altro ostacolo non secondario è la burocrazia legata alle stesse iscrizioni.

Scuolemigranti mette in rete 86 scuole gratuite di italiano per adulti, con 135 sedi nel Lazio e circa 12mila allievi all’anno. Si tratta di una popolazione scolastica molto varia: «Mettere insieme i dati a nostra disposizione – continua Amidei – è importante per fare delle statistiche e realizzare corsi ad hoc per le varie realtà: mamme casalinghe, analfabeti, rifugiati, lavoratori agricoli, commercianti e così via». Dai numeri emersi, si ricava che nelle scuole del Lazio ci sono 77.109 alunni di origine non italiana: il 9,3% della popolazione scolastica. Un’attenzione particolare meritano i 3.231 alunni stranieri che nel 2015-2016 sono entrati per la prima volta nelle scuole: un gruppo numericamente esiguo, che però richiede molte energie da parte dei docenti.

La scuola per stranieri a La Storta è in crescita: «Sta cambiando la provenienza – spiega ancora Amidei -, con una prevalenza dal Sudamerica, mentre prima c’erano più immigrati dall’Est europeo. Ma è comunque una realtà eterogenea: lo scorso anno abbiamo avuto 201 iscritti, provenienti da 4 continenti e 56 Paesi. I tre principali per consistenza numerica erano El Salvador, Sri Lanka e Kenya. L’età media era di 33 anni, l’allievo più anziano ne aveva 65 mentre i bambini in età scolare non sono molto numerosi, contrariamente alle analoghe scuole del centro di Roma».

Cosa è emerso concretamente dal convegno? «È stato un primo passo per crescere insieme nel dialogo tra pubblico e privato – conclude Amidei – e andare verso la creazione di un ente superiore, necessariamente pubblico, che coordini le forze in campo con noi che siamo i terminali sul territorio e abbiamo la percezione diretta della realtà che si incontra».

15 ottobre 2018