“Liberi nell’arte”, per il reinserimento sociale dei detenuti

Lanciato in occasione dell’incontro dei giovani con i padri sinodali il progetto che accompagnerà l’intero o svolgimento del Sinodo, con 4 momenti artistici e l’istituzione di 3 borse di lavoro e 2 borse di studio

Si rivolge al mondo delle carceri “Liberi nell’arte”. Con 4 momenti artistici, l’istituzione di 3 borse di lavoro e 2 borse di studio finalizzata al reinserimento dei detenuti, l’iniziativa accompagnerà lo svolgimento del Sinodo dei vescovi. La partenza sabato 6 ottobre, con un collegamento dall’Aula Paolo VI in occasione dell’incontro dei giovani con i padri sinodali alla presenza del Papa, con l’Istituto penale per minorenni Casal del Marmo.

Il 18 ottobre, a Rebibbia, verrà proiettato, in collaborazione con Sky, il film “Michelangelo Infinito” con la partecipazione dell’attore Enrico Lo Verso e del direttore artistico Cosetta Lagani. Il 19 ottobre a Casal del Marmo si terrà la presentazione dello show “Giudizio universale, Michelangelo and the secrets of the Sistine Chapel”; il 20 Regina Coeli ospiterà lo spettacolo delle Div4S-Italian Sopranos, condotto da Lorena Bianchetti. Il 25 ottobre, a Paliano, sarà proiettato “Caravaggio l’anima e il sangue”.

Alfonso Cauteruccio, Segreteria generale del Sinodo
Alfonso Cauteruccio

Il progetto “Liberi nell’arte” è promosso da Ucsi Molise, Vatican News, Sky, associazione Liberi nell’Arte, ministero della Giustizia e Ispettorato generale dei cappellani, con l’obiettivo di favorire la cultura del reinserimento e dell’integrazione sociale dei detenuti attraverso l’arte. «Le carceri siano il luogo dove mettere alla prova la fede cristiana, che è un’esperienza di misericordia e di speranza», ha auspicato monsignor Dario Edoardo Viganò, assessore del dicastero per la Comunicazione. «Ciò che si fa non è un evento, ma la tappa di un percorso di iniziative».

«L’idea – gli ha fatto eco Davide Dionisi, del dicastero per la Comunicazione – è quella di far conoscere la sofferenza patita dietro le sbarre e superare l’equivoco che porta a identificare la persona con il suo errore». Per Alfonso Cauteruccio, della Segreteria del Sinodo, «portare l’arte all’interno delle carceri permette di far arrivare la voce della comunità ecclesiale attraverso la comunicazione universale dell’arte, che non ha confini».

8 ottobre 2018