A Tor de’ Schiavi nasce “Va a fa’ ‘n bene”

Al via l’associazione “pensata” al campo giovani della parrocchia e fondata da 8 universitari con l’obiettivo di creare valore condiviso per soddisfare le esigenze sociali del quartiere. Tra le proposte, la “Banca dei talenti”

“Va a fa’ ‘n bene”. Ovvero “vai a fare del bene”. Un invito che sa di imperativo ma che vuol essere di sprono per l’intera comunità del quartiere Tor de’ Schiavi. È il nome dell’associazione laica, con radici cattoliche, fondata da otto universitari, età media 23 anni: Lorenzo Olivetti, Annabella Fedele, Simona Grossi, Federico Carere, Andrea Finelli, Ismaele Mirilli, Elena Manocchi, Sergio Saija. Un nome che è tutto un programma per la onlus “pensata” al campo giovani della parrocchia Santissimo Sacramento, svoltosi ad agosto in Valle d’Aosta sul tema della dottrina sociale. Lo scopo è quello di creare valore condiviso, cioè soddisfare le esigenze sociali degli abitanti del quartiere attraverso un canale operativo e uno culturale.

Tra i progetti c’è la “Banca dei talenti”: un database dove saranno inseriti i nominativi di tutti coloro che vorranno donare il tempo a disposizione, in base al proprio talento: assistenza idraulica, elettrica, ma anche traslocatori, parrucchieri, meccanici, tecnici informatici e così via.  Chi avrà bisogno potrà rivolgersi al Centro di ascolto con annesso “ufficio di collocamento”, che sarà presto operativo in zona. Per “pagare” il servizio offrirà a sua volta il proprio talento a chi avrà necessità. Le prestazioni ricevute, infatti, non richiedono un corrispettivo in denaro bensì l’impegno a ricambiare il servizio in base alle proprie capacità. «Vogliamo evitare che ci sia volontariato gratuito perché non vogliamo fare assistenzialismo – spiegano i soci fondatori di Va a fa ‘n bene -. Puntiamo a uno scambio effettivo di talenti per rispondere da cristiani alle numerose esigenze del nostro quartiere creando valore condiviso, unico motore per un futuro sviluppo globale che ridefinisca il paradigma del capitalismo indirizzandolo al soddisfacimento dei bisogni sociali».

Chi presta il servizio riceverà dall’associazione un piccolo contributo più il pagamento delle spese eventualmente sostenute, per esempio per l’acquisto di pezzi di ricambio. «È un modo per fare del bene e generare lavoro – aggiungono i ragazzi -. Oggi a Roma il tasso di disoccupazione giovanile è del 44% e il 21% dei ragazzi della Capitale è inattivo Con la Banca dei talenti potranno pubblicizzare le loro capacità». E chi non ha un particolare talento? Tra i desideri dei ragazzi c’è quello di aprire un pub all’aperto che ha lo scopo principale di dare nuovo valore a una zona particolarmente degradata del quartiere. Chi non saprà come ricambiare la prestazione d’opera ricevuta svolgerà mansioni nel locale per il tempo strettamente necessario per ripagarla. Ancora, si prevede la realizzazione di varie attività a prezzi vantaggiosi come feste di compleanno, servizio di babysitter, ripetizioni e giornate formative a cura di ragazzi tra i 18 e 30 anni, durante le quali si affronteranno temi di attualità. Una percentuale del guadagno andrà a chi ha offerto la prestazione, l’altra all’associazione, che quale investirà il ricavato per l’avvio del pub.

Persone, amore, testimonianza, speranza, collaborazione, sacrificio, impegno, riqualificazione: queste alcune delle parole chiave sulle quali si fondano i pilastri dell’associazione, che non nasce con l’obiettivo di sostituirsi allo Stato alle imprese o al terzo settore «ma di inserirsi nell’intersezione tra queste tre realtà». Per quel che riguarda il canale culturale la onlus organizzerà vari eventi, il primo già a fine ottobre sul tema “Come sta la nostra terra?”. Saranno trattati vari argomenti di attualità per avvicinare le persone a tematiche di rilevanza sociale, allo scopo di sviluppare insieme proposte concrete di intervento.

25 settembre 2018