Unsmil: raggiunto accordo per il cessate il fuoco a Tripoli

L’annuncio della Missione delle Nazioni unite in Libia. L’obiettivo: «Porre fine a tutte le ostilità, proteggere i civili, salvaguardare la proprietà pubblica e privata». Sarà riaperto anche l’aeroporto internazionale

Raggiunto un accordo per il cessate il fuoco a Tripoli. Lo ha annunciato in un tweet datato 4 settembre la Missione delle Nazioni unite in Libia (Unsmil). L’intesa, siglata da  rappresentanti del Governo di accordo nazionale (Gna), da comandanti militari, apparati di sicurezza e gruppi armati presenti a Tripoli e dintorni, mira a «porre fine a tutte le ostilità, proteggere i civili, salvaguardare la proprietà pubblica e privata», spiegano dalla Missione. Sarà riaperto anche l’aeroporto internazionale di Meitiga a Tripoli, chiuso da quando è esplosa la violenza, una settimana fa.

Decine i civili uccisi e centinaia i feriti in alcune zone residenziali della Capitale libica. Secondo l’Ufficio per i diritti umani delle Nazioni unite (Ohchr), un operatore umanitario che cercava di aiutare a fuggire i civili intrappolati in un quartiere sarebbe stato colpito da colpi di arma da fuoco, mentre uno dei gruppi armati coinvolti avrebbe confiscato tre ambulanze. L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e l’Unhcr stanno intensificando le risposte ai bisogni umanitari, distribuendo farmaci per traumi, con 2mila unità in standby e 10 squadre mobili per le emergenze nelle zone dei combattimenti. L’Unhcr sta anche aiutando le famiglie che hanno cercato riparo in una scuola locale.

Il capo dell’Oms in Libia Syed Jaffar Hussain rivendica per i medici e gli altri operatori sanitari il permesso di «muoversi liberamente in modo che possano salvare vite umane senza ritardi e senza rischi per la loro sicurezza personale». Al momento infatti i blocchi stradali impediscono alle ambulanze di prestare assistenza sanitaria ai feriti. Le agenzie dell’Onu segnalano inoltre che è stata colpita anche una struttura di detenzione per migranti. «Stiamo monitorando da vicino la situazione in coordinamento con la Direzione libica per la lotta contro la migrazione illegale e le agenzie delle Nazioni Unite, per fare in modo che tutti i rifugiati e i migranti siano trasferiti in un posto più sicuro», afferma Yaxley dell’Unhcr.

Secondo i rapporti delle Nazioni Unite, circa 8mila migranti sono detenuti arbitrariamente nei centri di detenzione nelle aree dei combattimenti, senza accesso a cibo o cure mediche. Alcuni di loro sono stati liberati dai centri ma «successivamente sono stati catturati dai gruppi armati e costretti a lavorare per loro».

5 settembre 2018