La “Madonna fiumarola” in processione sul Tevere

Conclusa la “Festa de noantri”, dedicata alla Vergine del Carmelo, protettrice del rione Trastevere. La benedizione del vescovo Ruzza e il ricordo del piccolo Claudio, gettato dal fiume dal padre, a 2 anni

Le acque calme del fiume e un cielo al tramonto tinto di rosa hanno fatto da cornice alla suggestiva processione sul Tevere della Santissima Vergine, chiamata confidenzialmente “Madonna fiumarola” dai romani. Questo rito antico ha concluso ieri, 29 luglio, la cosiddetta “Festa de noantri” dedicata alla Madonna del Carmelo, la protettrice del rione Trastevere da quando, nel 1535, alcuni pescatori corsi trovarono alla foce del Tevere, impigliata nelle proprie reti da pesca, una cassa in cui giaceva proprio la statua scolpita in legno di cedro. L’effige venne donata ai frati Carmelitani della chiesa di San Crisogono, a piazza Sonnino, e dal 1900 viene custodita nella chiesetta di Sant’Agata, nel cuore del rione, rettoria dell’arciconfraternita del Carmine in Trastevere.

La Vergine venuta dal fiume è anche la protettrice dei canottieri, per questo la processione negli ultimi anni prende avvio dal Circolo Canottieri Lazio, dove il simulacro è giunto ieri mattina; alle 18 tre Suore di carità dell’Immacolata concezione d’Ivrea, la cui casa generalizia si trova in via della Renella, nei pressi della basilica di Santa Maria in Trastevere, hanno provveduto alla vestizione della statua. «È il primo anno per noi  e questa chiamata è arrivata come un dono»,  ha commentato suor Matilde, che con le consorelle Clementina e Adele ha cinto il simulacro con il prezioso abito bianco decorato con stelle dorate, opera e dono dell’atelier Pischedda di Sulmona. Il rituale avviene dietro un telo che funge da paravento «in segno di rispetto per la Vergine che è naturalmente vestita di un semplice saio marrone – ha spiegato Giorgio Aicadi, uno dei membri dell’arciconfraternita del Carmine in Trastevere – e che porta in grembo, non in braccio, il Bambino».

Prima della processione sulle acque, la statua è stata incensata e benedetta dal vescovo Gianrico Ruzza, ausiliare per il settore Centro, e quindi posta su un natante della polizia di Stato che, scortato da alcuni canottieri e dalla barca che ospitava i membri della confraternita della Madonna del Carmelo di Trastevere, ha navigato fino all’altezza di ponte Garibaldi. Un silenzio fatto di rispetto e devozione ha caratterizzato la navigazione, durante la quale sono stati meditati i misteri del Rosario carmelitano, invocando l’intercessione di Maria quale fiore del Carmelo, splendore del Cielo, Madre mite, stella del mare e Madre del Paradiso. Speciali, poi, alcune intenzioni di preghiera: all’altezza di Ponte Sant’Angelo, alla vista della cupola di San Pietro, monsignor Ruzza ha invitato a salutare il Papa, «nostro vescovo e pastore», affidando la sua salute e il suo operato a Maria; ancora, un pensiero a tutti gli ammalati è stato rivolto in prossimità dell’ospedale di Santo Spirito in Sassia. Quindi, l’Ave Maria per i carcerati della casa circondariale di  Regina Caeli: «Preghiamo perché la comunità cristiana non si addormenti di fronte alla sofferenza dei carcerati e ricordiamo anche tutte le famiglie delle vittime di chi sconta la propria pena», ha detto il presule.

Commovente il ricordo del piccolo Claudio Franceschelli, il bimbo di due anni che nel 2012 venne gettato nel Tevere dal padre, dal Ponte Giuseppe Mazzini: mentre una composizione a forma di cuore composta da rose bianche veniva posta in acqua, Ruzza, ricordando tutte le vittime della violenza, ha auspicato «che i problemi familiari trovino sempre più soluzioni di pace e speranza». Poco prima dell’arrivo e dello sbarco a Ponte Garibaldi, infine, l’omaggio floreale alla Vergine dei canottieri biancocelesti. La processione ha attraversato quindi il lungotevere degli Anguillara, piazza Belli, viale Trastevere, piazza Sonnino, largo San Giovanni De Matha, via della Lungaretta ed è giunta a piazza Santa Maria in Trastevere, dove il pellegrinaggio mariano si è concluso con un momento di preghiera e la benedizione del vescovo Ruzza.

Questa mattina, lunedì 30 luglio, alle 6.30 infine monsignor Marco Gnavi, parroco di Santa Maria in Trastevere, ha celebrato la Messa a cui è seguita la famosa processione mattutina per ricondurre la statua della Vergine a Sant’Agata. Qui i festeggiamenti hanno previsto una celebrazione di ringraziamento e la tradizionale distribuzione delle rose benedette.

30 luglio 2018