Nicaragua, i vescovi scrivono a Ortega. Dalla risposta dipende il dialogo

Chiesto al presidente se la Conferenza episcopale nicaraguense è ancora gradita nel suo ruolo di mediatrice e testimone. Il cardinale Brenes ai fedeli: «Non cedere alle provocazioni, non rispondere»

Ieri, 25 luglio, mentre dalle opposizioni nicaraguensi veniva proclamata per sabato prossimo una manifestazione di appoggio alla Chiesa cattolica dopo gli attacchi, sia fisici che verbali, di Ortega e delle forze a lui legate, è trapelata la notizia che i vescovi hanno scritto direttamente al presidente. I contenuti della missiva sono rimasti riservati. Fonti giornalistiche ipotizzano che sia stato chiesto a Ortega se la Conferenza episcopale nicaraguense è ancora gradita nel suo ruolo di mediatrice e testimone.

Era stato proprio il presidente, a fine aprile, a chiedere ai vescovi di svolgere tali funzioni al tavolo del Dialogo nazionale. Ma la scorsa settimana Ortega ha rivolto un pesante attacco proprio ai vescovi, definendoli «golpisti» e sconfessando su tutta la linea la «road map» che avevano provato a immaginare per il pieno ristabilimento della pace e della vita democratica, a partire dall’anticipo delle elezioni presidenziali alla primavera del 2019. Insomma, una contraddizione che l’Episcopato chiede di chiarire in via preliminare.

La situazione resta drammatica a Jinotega, dove i paramilitari hanno preso il controllo della città e hanno perfino sparato alcuni colpi mentre veniva sepolta una delle vittime dell’attacco di questi giorni, un giovane di soli sedici anni. A denunciarlo, via Twitter, è stato il vescovo Carlos Enrique Herrera.



Ieri, festa di san Giacomo Apostolo
, il cardinale Leopoldo Brenes, arcivescovo di Managua, ha celebrato una Messa di riparazione per le recenti profanazioni nella città di Jinotepe. Il porporato ha invitato i fedeli a non cedere alle provocazioni e a non rispondere con gesti violenti agli attacchi, spiegando che l’odio può essere vinto solo con l’amore. Sempre ieri, inoltre, il vescovo di Estelí, Abelardo Mata, ha diffuso un comunicato, nel quale invita la popolazione a continuare a manifestare in modo pacifico e a rispondere agli attacchi con la preghiera. Nel contempo chiede che cessino le profanazioni delle chiese da parte delle forze paramilitari filogovernative.

 

26 luglio 2018