Appia Antica, approvato il Piano del Parco

L’ok del Consiglio regionale arrivato dopo un’attesa di oltre 15 anni. L’assessore Enrica Onorati (Agricoltura, ambiente e risorse naturali): «Importante traguardo»

«È un importante traguardo, raggiunto grazie al lavoro delle strutture regionali, della Commissione consiliare e del Consiglio, che segna un passo fondamentale per la coesistenza e convivenza serena di tutti i soggetti interessati a un territorio così esteso, parliamo di circa 3.400 ettari, per la gran parte di proprietà privata». L’assessore all’Agricoltura, promozione della filiera e della cultura del cibo, ambiente e risorse naturali della Regione Lazio Enrica Onorati commenta così l’approvazione del Piano del Parco dell’Appia Antica, avvenuta oggi, 18 luglio, in Consiglio regionale.

Dopo oltre 15 anni, prosegue Onorati, il Parco dell’Appia Antica – che coinvolge il territorio dei comuni di Roma, Ciampino e Marino – ha dunque il suo Piano, «basato su un sereno connubio tra tutela ambientale, paesaggistica e archeologica e le esigenze di sviluppo di un territorio protetto, sulla valorizzazione e sulla promozione di ogni attività compatibile e sostenibile, partendo proprio dalle attività agricole che caratterizzano un paesaggio unico della campagna romana, al cui interno, non dimentichiamolo, abbiamo un vero e proprio tesoro archeologico».

L’assessore parla di uno strumento «multidisciplinare», che ha come punti fondamentali «la delocalizzazione delle attività incompatibili, la polifunzionalità agricola, la promozione dell’agricoltura compatibile, gli interventi sulla mobilità e sulle attrezzature per la fruizione di impianti sportivi e di campeggi». Il Piano, spiega, è stato concepito «come un progetto di restauro territoriale», puntando, «oltre che alla necessaria tutela dei beni ambientali, paesaggistici e storico-monumentali, anche alla valorizzazione del territorio, attraverso la sua riconoscibilità».

Dieci gli ambiti di intervento previsti. Al primo posto: «Ricostituire l’unità territoriale e paesaggistica del Parco», per garantire «una fruizione continua del territorio, anche attraverso la realizzazione di una sentieristica». Quindi eliminare l’abusivismo; «favorire la rinaturalizzazione delle vaste aree agricole»; mantenere e rafforzare gli elementi che garantiscono la continuità paesaggistica; «cambiare i criteri di mobilità delle aree interessate dal traffico di attraversamento e realizzare opere che permettano la sola circolazione residenziale e turistica». E ancora, contribuire al bilancio ecologico di Roma Capitale, Ciampino e di Marino «con azioni di tutela e di rafforzamento dei livelli di naturalità e con l’alleggerimento dei processi di antropizzazione»; creare le condizioni per uno sviluppo sostenibile; garantire le condizioni per ulteriori sviluppi e nuovi fasi della ricerca archeologica. Da ultimo, tra gli ambiti di intervento c’è anche la costruzione di una «fruizione controllata» con la partecipazione dei cittadini, insieme alla promozione dell’educazione ambientale e di «una più generale cultura della tutela».

18 luglio 2018