La liturgia, «autostrada per andare verso Dio»

La riforma liturgica nella diocesi di Roma al centro di una tavola rotonda all’Istituto Sant’Anselmo. De Donatis: «Necessaria adeguata preparazione di laici e consacrati». Presentato anche un nuovo volume del direttore dell’Ufficio diocesano padre Midili

La liturgia come «autostrada» per andare più velocemente verso Dio. Ma con le “istruzioni” adeguate, come quando si guida un’automobile prestando attenzione a tutto ciò che occorre per il viaggio. Tradotto, con una formazione adeguata per operatori pastorali e fruitori. È quanto ha sottolineato il vicario generale della diocesi Angelo De Donatis intervenendo giovedì alla tavola rotonda su “La riforma liturgica nella diocesi di Roma” promossa dall’Ufficio liturgico diocesano, dal Centro liturgico vincenziano e dal Pontificio Istituto Liturgico Sant’Anselmo, nella sede di quest’ultimo.

monsignor Piero Marini, tavola rotonda sulla riforma liturgicaAd aprire i lavori, monsignor Piero Marini, presidente del Pontificio Consiglio per i congressi eucaristici internazionali, che, approfondendo la prima fase della riforma, ha evidenziato come  «dopo il Concilio Vaticano II l’obiettivo primario fu quello di aiutare il popolo di Dio a pregare insieme, alla luce del concetto di partecipazione attiva sancito dalla costituzione conciliare Sacrosanctum Concilium» i cui principi, «pur in continuità con l’enciclica Mediator Dei di Pio XII, spostarono l’attenzione dal rito allo stato d’animo con cui il rito viene vissuto dal popolo di Dio».

vescovo Luca Brandolini, tavola rotonda sulla riforma liturgicaSull’attuazione della riforma è intervenuto il vescovo Luca Brandolini, vicario dell’arciprete della basilica lateranense e direttore dell’Ufficio liturgico diocesano dal 1964 al 1987: «Affinché la riforma liturgica divenisse pratica concreta, furono molte negli anni immediatamente seguenti il Vaticano II le iniziative formative proposte ai parroci e alle comunità; poi, l’entusiasmo iniziale è scemato e si è via via sottovalutata l’importanza dei principi ispiratori del Concilio, aprendo ad un autunno della riforma liturgica e della sua ricezione».

Riguardo all’attuazione degli intenti conciliari alla luce del magistero di Papa Francesco, De Donatis ha invitato a fare della liturgia «un’esperienza di popolo che possa aiutare ciascuno a crescere nella comunione: non deve esserci distinzione tra esecutori – i pochi esperti protagonisti – e fruitori, considerati quasi degli spettatori, perché nella liturgia ognuno di noi aiuta l’altro a pregare e tutti siamo convocati per riscoprire l’amore del Padre e riceverne l’abbraccio».

Il vicario ha sottolineato come la liturgia richieda una adeguata preparazione da parte dei laici e dei consacrati: «C’è bisogno di imparare a pregare e la liturgia è la prima forma di preghiera, la strada più veloce, “l’autostrada” per entrare in relazione con Dio». Per questo ha auspicato «il rilancio di un progetto post–conciliare che tra gli anni ’80 e ’90 si sviluppò molto nelle parrocchie, ossia la creazione di un gruppo liturgico che affianca i presbiteri nella preparazione dei momenti liturgici con incontri settimanali perché la nuova evangelizzazione deve prevedere un nuovo coinvolgimento del popolo di Dio».

L’incontro è stato anche l’occasione per presentare il volume “La riforma liturgica nella diocesi di Roma. Studio in prospettiva storica e pastorale (1956–1975)” di padre Giuseppe Midili, carmelitano, direttore dell’Ufficio liturgico diocesano.

1° giugno 2018