Figli, seguire le regole per crescere liberi

L’acquisizione delle regole fornisce ad ogni individuo la possibilità di diventare una persona costruttiva e di sviluppare una sensazione di sicurezza e non di dispersione o di assenza di punti di riferimento

“Dare regole” ai propri figli è un compito gravoso in famiglia e spesso divide le coppie genitoriali su posizioni diverse; a livello storico spesso è stato riconosciuto come un proprium della figura paterna tale compito, ma nella famiglia moderna, spesso così frammentata e centrata in modo netto sul polo dell’affettività, sembra di fondamentale importanza riscoprire e promuovere il centrale compito educativo del “dare le regole”.

Ad oggi le più importanti istituzioni educative risultano appesantite da problemi di disregolazione dei ragazzi: genitori ed insegnanti spesso escono sfiniti ed alle volte sconfitti, rispetto ai loro sforzi di porre dei confini a dei comportamenti inadeguati, fino al punto che alle volte si sceglie di chiudere gli occhi e lasciar andare. D’altra parte i figli o gli studenti che crescono senza aver ricevuto delle regole, hanno difficoltà nel regolare il proprio comportamento costruendo un’immagine di sé di poca competenza e bassa autostima.

Inoltre, la tematica relativa alle regole appare estremamente importante nella società attuale poiché, essendo caratterizzata da continui e rapidi mutamenti, non è possibile per i bambini far proprie in modo passivo le credenze dei genitori perché queste non rimarranno valide a lungo a causa di un ritmo di vita così frenetico. Le regole risultano così importanti nell’educazione poiché forniscono contenimento per i figli, promuovendo autoregolazione, e una necessaria struttura, che se utilizzata con flessibilità, offre ad ogni persona degli utili strumenti per vivere e muoversi nel mondo.

Impegnandoci nel trattare questo delicato compito educativo, ricordiamo che nel dare regole in famiglia è necessario che esse vengano comunicate in modo chiaro, preciso, congruente e al tempo stesso amorevole: si può iniziare ad introdurre il tema delle regole in famiglia, nel periodo che va dai 18 mesi ai 3 anni, poiché esse permetteranno al figlio di costruire la propria autostima ed un sé coeso. In seguito, i bambini tra i 6 e i 10 anni hanno necessità di incorporare numerose regole, definizioni e valori e di riorganizzarli in modo da potervisi riferire quando si troveranno a gestire le diverse situazioni della vita.

A questa età, con l’entrata nella scuola, spesso i figli mettono in discussione le regole, cercano di capire i motivi e le ragioni su cui esse si fondano, e comparano i quadri di riferimento esterni e conflittuali con quelli dei propri genitori: agli occhi dei genitori, questo periodo può apparire faticoso e sfidante, ma è una modalità che i bambini hanno per porre le basi della differenziazione dalla propria famiglia. Per accompagnare i figli al meglio quindi è necessario motivare le regole poste, creare degli spazi in famiglia in cui è possibile negoziare ed accordarsi sulle regole e definire in modo chiaro quali sono le conseguenze, nel caso in cui esse non vengano rispettate, in modo da permettere ai figli di avere un chiaro quadro di riferimento rispetto ai comportamenti che possono essere dannosi per sé e per gli altri o che possono risultare inadeguati.

Compito spesso molto impegnativo consiste nel definire le conseguenze del mancato rispetto di una regola: risulta importante che il genitore sia chiaro e fermo, tenendo in considerazione le caratteristiche, gli interessi e le difficoltà del figlio. Diventa importante tener presente le cause e il grado di responsabilità (volontaria o involontaria) della trasgressione; valutare gli effetti della conseguenza sul figlio e sugli altri componenti della famiglia; pensare a come comunicare tale conseguenza al fine di stimolare il figlio nell’assunzione della responsabilità della propria trasgressione; tener conto della frustrazione ottimale per quel figlio; formulare le conseguenze in modo tale che il potere dell’esecuzione sia nel genitore (ad esempio: “ti dimezzerò la paghetta settimanale”, “domani ti porto al parco mezz’ora dopo”); ed infine accertarsi che il genitore abbia la possibilità di mettere in atto le conseguenze.

Occorre, inoltre, che i genitori e gli educatori siano disponibili a discutere, spiegare e negoziare più volte le regole con i loro figli: ciò potrà rivelarsi frustrante, ma se non verrà fatto i bambini avranno seri problemi ad imparare le ragioni delle regole, né potranno rispondere al bisogno di affermare le loro ragioni e di poter trovare soluzioni che prendano in considerazione entrambi i punti di vista. In seguito alla negoziazione è rilevante che i genitori siano garanti di quanto concordato e si dimostrino decisi nel far rispettare tali accordi. Quando un figlio mette in atto un comportamento che va contro una regola o che risulta inadeguato o pericoloso per sé o per altre persone, è fondamentale comunicargli messaggi che sostengano la sua autostima, seppur pongano un confine ed una conseguenza rispetto al comportamento attuato.

Quando gli adulti inviano questo tipo
di messaggi è fondamentale che facciano attenzione alla loro chiarezza: questi messaggi, infatti, non devono in nessun modo definire il bambino come incapace né tanto meno attaccarlo nella sua essenza di persona. È utile inviare messaggi definiti “critico-costruttivi”, cioè che diano al piccolo la possibilità di cambiare, indicandogli il modo per migliorare un comportamento inadeguato, evitando invece messaggi che definiscano il bambino in modo fallimentare, quali per esempio: «Tu sei stupido; non riuscirai mai»; se il ragazzo è più grande, può essere stimolato lui stesso nel cercare un’alternativa più che proporgliela.

Relativamente ai messaggi che puntano
a modificare un comportamento inadeguato, può capitare che essi vengano percepiti come accuse: ciò può favorire lo sviluppo di possibili “bracci di ferro” o scambi relazionali negativi. Diventa, dunque, necessario che il genitore o l’insegnante mostrino interesse nei confronti del figlio o dell’alunno, lo rispettino, contrattino regole e comunque invitino l’altro a migliorare. Per l’interiorizzazione delle regole e la costruzione di un sé coeso, i genitori e gli educatori devono fornire riconoscimenti e rinforzare sistematicamente il bambino ogni qualvolta segua una regola. In conclusione, capendo quanto questo compito educativo sia impegnativo e difficile, ricordiamo che l’acquisizione delle regole fornisce ad ogni individuo la possibilità di diventare una persona costruttiva e di sviluppare una sensazione di sicurezza e non di dispersione o di assenza di punti di riferimento (Fabio, 2003). – Raffaele Mastromarino, psicoterapeuta e Andrea Vignoli, dottore in Scienze psicologiche.

 

25 maggio 2018