Le associazioni per la Famiglia contro la Cirinnà: «Norma va riscritta»

Alla Commissione Giustizia del Senato ricevuto il Forum nazionale delle associazioni familiari, mentre il “Comitato sì alla Famiglia” propone un progetto di legge sui diritti per i conviventi di sesso diverso

Il Forum nazionale delle associazioni familiari ha incontrato, venerdì 16, la Commissione giustizia del Senato nell‘ambito del dibattito sulla regolamentazione delle unioni civili. La delegazione delle associazioni familiari ha ribadito la convinzione che «i diritti individuali delle persone possono e devono essere garantiti a tutti indipendentemente dallo status personale. Siamo pertanto favorevoli all‘esplicito riconoscimento di diritti quali l‘assistenza sanitaria o penitenziaria, il diritto ad abitare nella casa comune in caso di decesso di una delle parti dell‘unione, il diritto alla prosecuzione del contratto di locazione».

L‘estensione di alcune prerogative ad oggi riservate ai coniugi necessiterà, invece, «di un esame approfondito per evitare di introdurre una disciplina analoga per le famiglie e per le unioni di fatto, come indicato dalla Corte costituzionale». Perciò, il Forum ha chiarito: «Sulla proposta di testo base della relatrice, sen. Cirinnà, non possiamo che esprimere un giudizio fortemente negativo, anche tenuto conto che altri disegni di legge all‘esame della Commissione sono molto più equilibrati e corrispondenti sia al dettato costituzionale sia alle reali esigenze delle relazioni affettive che ci si accinge a disciplinare».

Nella scorsa settimana è avvenuto anche un altro incontro istituzionale tra il “Comitato sì alla Famiglia” presieduto da Massimo Introvigne, e i parlamentari di diversi partiti. In questa occasione il comitato ha illustrato la propria proposta composta da 8 capi e 33 articoli, dove si elenca e ribadisce, con alcune norme di raccordo, quanto l’ordinamento italiano già prevede, esplicitamente o implicitamente, in tema di diritti dei conviventi.

«Tra questi – spiega Introvigne – l’assistenza in qualunque struttura sanitaria del convivente nei confronti del proprio partner, norme di parificazione del convivente al coniuge in tema di assistenza da parte dei consultori, d’interdizione e inabilitazione, di successione nella locazione e nell’assegnazione di un alloggio popolare. Il testo ribadisce che il partner di fatto ha titolo, a determinate condizioni, al risarcimento del danno subito dall’altro partner e all’indennizzo che spetta al partner vittima di delitti di mafia o di terrorismo. Tutto questo per le convivenze tra persone sia di sesso diverso, sia dello stesso sesso».

«Questo testo, che rende maneggevoli e coordina disposizioni che l’ordinamento italiano già comprende – conclude Introvigne -, permetterà ai parlamentari di schierarsi e agli elettori di comprendere le loro posizioni. Chi vuole il ‘matrimonio’ omosessuale, completo di adozioni subito o tra qualche anno, potrà votare le unioni civili della Cirinnà o di Renzi. Chi vuole ribadire che ai conviventi, dello stesso sesso o di sessi diversi, sono riconosciuti i diritti e i doveri relativi alla sanità, alle carceri, alla locazione, ai risarcimenti, ma vuole chiudere la porta al ‘matrimonio’ e alle adozioni, ora ha un testo su cui convergere».

 

19 gennaio 2015