Notte Sacra, De Donatis: «Opera di comunione che illumina la città»

L’evento, organizzato dalla diocesi e dall’Opera romana pellegrinaggi, si è concluso con la Messa a San Francesco a Ripa presieduta dall’arcivescovo vicario. Monsignor Ruzza: «Notte di bellezza e speranza»

La seconda edizione della Notte Sacra si è conclusa alle 8 ieri mattina, 13 maggio, con la Messa per la festa dell’Ascensione presso la chiesa di San Francesco a Ripa, nel cuore di Trastevere. A presiedere la solenne celebrazione, animata dalla Cappella Musicale Lauretana, monsignor Angelo De Donatis, vicario del Papa per la diocesi di Roma. «È bello che questa iniziativa di musica e preghiera abbia avuto luogo nella notte dell’Ascensione – ha chiosato il presule – perché è solo la comunità radunata che può ricevere i doni dello Spirito Santo che Cristo che ritorna al Padre ci elargisce, ma, simultaneamente, solo i doni dello Spirito costituiscono e plasmano la comunità».

L’evento, promosso dalla Diocesi di Roma e dall’Opera romana pellegrinaggi, con il patrocinio dell’Assessorato alla Crescita culturale di Roma Capitale e con il main sponsor Euroma2, si era aperto sabato 12 maggio alle 19 con la recita dei Vespri presso la chiesa di Sant’Andrea della Valle, nel rione Sant’Eustachio e ha interessato per tutta la notte tante chiese del centro della città che, gremite, sono state teatro di una proposta culturale fatta di musica ma anche un’occasione di riflessione, silenzio e fede.

Commentando la Parola del giorno e presentando «i segni dell’agire salvifico di Dio quali la liberazione dal male, la lingua nuova della comunione e una vita piena capace di vincere le dinamiche della morte», De Donatis ha auspicato che «sempre più opere di comunione tra Cielo e terra come la Notte Sacra illuminino la nostra Chiesa e questa nostra città». In particolare, l’arcivescovo ha sottolineato come «la chiamata che riceviamo oggi è quella di diventare un corpo solo e un solo spirito con il Figlio, nell’unità del mistero trinitario» perchè non si tratta di considerare e riflettere «su dove va Cristo che sale al Cielo ma accanto a chi è». A questa chiamata «dobbiamo rispondere assecondando l’opera del Padre, senza lasciarla cadere in vano, spogliandoci del nostro ego per vivere il “noi” che è la Chiesa».

In questo senso, allora, il mistero
dell’Ascensione non è «il mistero di un’assenza ma di una rinnovata presenza nel corpo ecclesiale generato dalla potenza dello Spirito Santo»; prendendo in esame nello specifico la Lettera agli Efesini, De Donatis ha invitato, come San Paolo, a «riconoscere il disegno di salvezza pazientemente intessuto da Dio nella storia, scorgendolo pienamente nella trasfigurazione della nostra condizione umana per mezzo di Cristo». Ancora, il presule ha chiosato che il mistero dell’Ascensione deve insegnarci «a guardare alla storia e alla condizione umana riconoscendo già in questo tempo e in questo luogo i segni della presenza del Signore».

Al termine della celebrazione, il ringraziamento di monsignor Gianrico Ruzza, vescovo ausiliare per il settore Centro, ai tanti volontari che hanno lavorato al progetto della Notte Sacra:«Sono un segno di consolazione per noi pastori – ha detto il presule -: hanno reso possibile una notte nuova, fatta di contemplazione della bellezza, una notte di speranza, vissuta con la gioia nel cuore».

 

14 maggio 2018