Santa Maria in Trastevere torna a risplendere

Terminato il restauro, l’inaugurazione nella Festa del Rione. Il soprintendente Prosperetti: «Riacquistata originaria lucentezza». Il parroco Gnavi: «Operazione di umanità, cultura, evangelizzazione»

Gli affreschi ritrovano la loro forma, i colori tono, i mosaici il loro splendore. È l’esito del restauro della facciata di Santa Maria in Trastevere, terminato dopo quindici mesi di lavoro. Le impalcature sono state rimosse e il nuovo volto del prospetto è stato presentato ieri, lunedì 7 maggio, alla stampa e al quartiere, nell’ambito della Festa del Rione. L’inaugurazione era prevista nella piazza ma la pioggia ha imposto che si svolgesse all’interno della basilica. L’intervento è stato curato dalla Soprintendenza speciale Archeologia, belle arti e paesaggio di Roma. «Gli affreschi ottocenteschi che risultavano ormai sbiaditi hanno riacquistato leggibilità e il mosaico medioevale l’originaria lucentezza», ha spiegato il soprintendente Francesco Prosperetti. Il restauro «ben riuscito» è stato possibile grazie ai fondi messi a disposizione dal ministero e dalla Soprintendenza speciale di Roma. Il lavoro si è articolato in varie fasi: lo studio delle fonti, la campagna diagnostica e infine la pulitura e il restauro caratterizzato da tecnologie «reversibili, avanzate e innovative».

Carlos Osoro Sierra, Vincenzo Paglia, Andrea RiccardiCon un pizzico di ironia monsignor Vincenzo Paglia, a lungo parroco della basilica di Santa Maria in Trastevere e oggi presidente della Pontificia Accademia per la Vita, ha detto che «attraversando la piazza rischiavo di rimanere con il collo bloccato per vedere questa splendida facciata che così non abbiamo mai visto. Nell’ultimo restauro restaurarono anche le scolature dell’acqua – ha aggiunto -. Adesso è stato fatto un lavoro meraviglioso. Il mosaico di sera è illuminato perché qui la presenza del Signore è costante, sia di giorno sia di notte». La specificità del lavoro realizzato sta nell’aver dovuto affrontare tipologie di manufatti diversissime: il mosaico medioevale, la pittura parietale ottocentesca, le statue e le strutture in travertino e granito settecentesche, i consolidamenti della muratura e la realizzazione dei percorsi per l’acqua piovana.

restauri terminati santa maria in trastevere, maggio 2018Di qui la ricchezza del lavoro compiuto, segnalata da Alessandro Zuccari, docente di Storia dell’arte moderna alla Sapienza. «La facciata della basilica è diversa da quelle delle altre chiese di Roma – ha spiegato -. Non è una struttura in travertino che si sovrappone all’edificio ma è come uno schermo aperto realizzato nel tempo. Presenta infatti una stratificazione storica, dall’Alto Medioevo, con lo splendido mosaico, alle fasi rinascimentale e barocca, attraverso vari rifacimenti tra cui il portico settecentesco di Carlo Fontana, fino all’Ottocento con gli affreschi di Silverio Capparoni, che tornano a essere leggibili anche dalla piazza».

Carlos Osoro Sierra
Cardinale Carlos Osoro Sierra

Presenti alla serata, animata dal Coro della Collina e dal Coro Zenzero diretti dal maestro Ludivico Versino, anche la presidente del I municipio Sabrina Alfonsi, il fondatore e il presidente della Comunità di Sant’Egidio, Andrea Riccardi e Marco Impagliazzo. Il cardinale titolare della basilica Carlos Osoro Sierra, arcivescovo di Madrid, ha ricordato che «in questo luogo la Vergine Maria ha una presenza particolare». Il parroco monsignor Marco Gnavi ha evidenziato come «la facciata ci parla di saggezza cristiana, delle vergini sagge con al centro la Vergine con il Bambino Gesù. È come un alfabeto che ci introduce in una casa, in un tempio che è aperto a tutti i sofferenti. Il restauro è stata un’operazione attesa di umanità, di cultura e di evangelizzazione».

8 maggio 2018