Archiviata la Conferenza di Bruxelles, che si è svolta il 24 e 25 aprile, ieri, 3 maggio, una proposta di pace per la Siria è stata al Parlamento europeo dalla Comunità Papa Giovanni XXIII. Una delegazione di volontari, insieme a un rappresentante dei profughi siriani, Sheik Abdo, ha incontrato un gruppo di europarlamentari tra cui Cecile Kyenge, Silvia Costa ed Elly Schlein, chiedendo loro di facilitare la diplomazia per la promozione di questa soluzione e di monitorare affinché siano garantiti i diritti fondamentali degli attivisti siriani. «Noi siriani profughi in Libano non abbiamo altra possibilità di vita che la creazione di una Zona di Sicurezza in Siria – ha affermato Sheik Abdo – perché in Libano non è possibile rimanere mentre in Europa non è possibile andare».

La proposta di pace è stata scritta da un gruppo di siriani che vivono nei campi profughi del Libano in una situazione disperata. La richiesta è di favorire il ritorno dei profughi in Siria, in zone umanitarie sotto la protezione internazionale, nelle quali siano garantite sanità e istruzione. Un modello che i volontari della Comunità fondata da don Oreste Benzi hanno già sperimentato con successo in Colombia. «È una proposta che viene da chi è costretto a immaginare un domani, a uscire dalla spirale della violenza. Queste persone non intendono morire lentamente in silenzio ma cercano una soluzione concreta, alternativa, nonviolenta al conflitto», spiega Giovanni Paolo Ramonda, presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII che opera dal 1992 nelle zone di conflitto attraverso Operazione Colomba, corpo civile di pace formato da volontari che vivono nelle zone di guerra con una modalità nonviolenta e neutrale. Dal 2013 è presente anche nel campo profughi di Tel Abbas, nel nord del Libano.

4 maggio 2018