Siria, venti di guerra nel Mediterraneo orientale

L’Agenzia europea per la sicurezza aerea (Easa) ha diramato un’allerta sulle rotte aeree nell’area «a causa del possibile lancio di raid con missili aria-terra e/o cruise entro le prossime 72 ore»

Venti di guerra soffiano sul Mare Nostrum. L’Agenzia europea per la sicurezza aerea (Easa) ha diramato un’allerta sulle rotte aeree del Mediterraneo orientale, «a causa del possibile lancio di raid aerei con missili aria-terra e/o cruise entro le prossime 72 ore». Di qui la richiesta alle compagnie aeree alla «dovuta considerazione» nel pianificare voli nel settore. Non solo: va tenuta anche presente «la possibilità di un’interruzione intermittente delle apparecchiature di radionavigazione». Al momento il quadrante delle rotte su Siria, Iraq e Israele mette in evidenza che i voli commerciali hanno già cominciato a «girare al largo» dalla zone delle possibili operazioni militari.

Nel frattempo, nessuno degli attori coinvolti sembra disposto a fare un passo indietro. Anzi, il cacciatorpediniere Usa Donald Cook solca veloce le acque del Mediterraneo: nelle prossime ore è attesa la risposta militare americana. La nave però è controllata da alcuni jet russi che volano a bassa quota. Subito dopo il presunto attacco chimico a Duma, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha promesso di far pagare «un caro prezzo» a tutti i responsabili, mettendo nel mirino il regime siriano e i suoi sponsor russi e iraniani. E ha cancellato la sua partecipazione al summit delle Americhe a Lima nel fine settimana per restare negli Usa «a sovrintendere alla risposta americana alla Siria e monitorare gli sviluppi nel mondo», informano dalla Casa Bianca. Intanto, sempre ieri il Consiglio di sicurezza Onu ha bocciato anche la terza bozza di risoluzione sulla Siria presentata dalla Russia, che chiedeva l’invio di investigatori Opac a Duma per indagare sul presunto attacco chimico. Tornando sui venti di guerra, l’ambasciatore russo in Libano Alexander Zasypkin ha dichiarato che l’esercito di Mosca si riserva il diritto di «abbattere i missili» e «distruggere le fonti di lancio» in caso di aggressione degli Stati Uniti contro la Siria.

11 aprile 2018