La preghiera attraverso un click

Presentata la nuova app per condividere le intenzioni del Papa, con spunti per la meditazione e uno spazio di condivisione, disponibile ora anche in italiano. Padre Lombardi: «Costruire comunità al tempo della rete»

Un’ app pensata per giovani e non solo, con 840mila utenti in 216 nazioni. Permette di pregare condividendo le intenzioni del Papa per le sfide dell’umanità e ogni giorno offre brevi spunti per la meditazione: la mattina, a mezzogiorno e la sera. Infine uno spazio a disposizione, “Il muro della preghiera”, nel quale condividere la propria. Realizzata durante il Giubileo della misericordia, in collaborazione con l’agenzia La Machi e già attiva in francese, inglese, tedesco, portoghese, spagnolo, da ieri, 6 marzo, Click to pray è disponibile anche in italiano. «Uno strumento che aiuta a far progredire il bene, perché di questo stiamo parlando», ha spiegato durante la presentazione il gesuita Federico Lombardi, già direttore della Sala stampa vaticana. Intervenendo nella Sala Assunta della Chiesa del Gesù in merito alla strategia di comunicazione nella Chiesa del XXI secolo, ha specificato che «dobbiamo guardare alle possibilità che ci sono offerte – da YouTube a Twitter e Facebook – per usare gli strumenti a disposizione, ponendoci la domanda di come essere comunità e comunità universale al tempo della rete». Nello specifico, «Click to pray è una rete del Papa, una dimensione importante per riflettere e per servire l’aspetto unitario della comunità della Chiesa cattolica».

A far parte di questa rete sono fedeli di parrocchie o comunità lontanissime tra loro. «Una realtà invisibile – ha sottolineato padre Frédéric Fornos, direttore internazionale della rete mondiale di preghiera del Papa e del Movimento eucaristico giovanile – per una missione essenziale per la vita della chiesa: nella globalizzazione dell’indifferenza, essere sempre feconda. Una piattaforma nata per coinvolgerci in queste sfide e aprire il cuore per una cultura dell’incontro». Per padre Alessandro Piazzesi, direttore nazionale della rete mondiale di preghiera del Papa, è la «forma ulteriore dell’antico suono delle campane che arriva nel nostro caos quotidiano. Non tanto per offrire un pesce quanto per insegnare a pescare, perché a pregare si impara pregando. Una sfida, quella di parlare ai giovani di oggi, da raccogliere e adattare nella propria vita, condividendola nel quotidiano».

Un modo nuovo, dunque, per entrare nel mondo dei ragazzi. «Il mondo virtuale non è qualcosa di astratto», ha rimarcato padre Andrea Picciau, responsabile nazionale del Movimento eucaristico giovanile. Non si tratta di convincere o attirare ma di «stare con loro, essere testimoni, educarli alla preghiera, far percepire la dimensione grande della Chiesa universale: che c’è una rete di fratelli negli altri continenti». Elemento di innovazione in un mondo globalizzato: «Oggi più della metà degli accessi a internet è fornito da dispositivi mobili», ha concluso Juan della Torre fondatore de La Machi Comunicazione. La nuova piattaforma, disponibile nei formati Android e iOS, «attualizza e potenzia uno degli abiti più antichi dell’uomo: la preghiera». Allo studio una versione cinese e vietnamita. «Il futuro non aspetta, succede».

7 marzo 2018