I martiri, testimoni del «perdono che scardina l’odio»

A San Bartolomeo all’Isola Tiberina la lectio divina di don Gabriele Faraghini organizzata dal Centro missionario. Il 22 marzo la veglia con il vicario De Donatis. « Dove c’è il sangue dei martiri, cresce la Chiesa»

Il 24 marzo si celebra la Giornata di preghiera e digiuno in memoria dei missionari martiri, giunta alla sua XXVI edizione. Per questa stessa intenzione il centro pastorale missionario della diocesi di Roma ha organizzato due appuntamenti. Il primo si è tenuto ieri sera, giovedì 1° marzo, nella basilica di San Bartolomeo all’Isola Tiberina dove don Gabriele Faraghini, della Comunità dei Piccoli Fratelli di Jesus Caritas e rettore del Pontificio Seminario Romano Maggiore, ha tenuto una lectio divina dal titolo “Beati i perseguitati” incentrata sulla passione di Cristo e «sull’odio che circonda il martirio». Il religioso è tornato da poco da un viaggio in Albania dove, con nove seminaristi, ha ripercorso le orme dei martiri di Scutari e Tirana, e dopo aver visitato le prigioni e le sale di tortura dove sono stati rinchiusi i cristiani albanesi si è detto «sorpreso» della violenza perpetrata da uomini contro altri uomini.

Paulos Faraj Rahho
Paulos Faraj Rahho

Durante la serata, alla quale erano presenti don Angelo Romano, rettore della basilica, e don Michele Caiafa, addetto del Centro diocesano per la cooperazione missionaria tra le Chiese, sono stati ricordati in particolare l’arcivescovo iracheno Paulos Faraj Rahho, nel 10° anniversario della morte, la missionaria laica Annalena Tonelli, a 15 anni dal suo assassinio, e il politico pachistano, capo del Christian Liberation Front, Shahbaz Bhatti, nel 50° anniversario della nascita. Sull’altare erano state posizionate alcune loro reliquie custodite nella basilica: la talare del vescovo, la Bibbia di Shahbaz Bhatti e l’agenda della missionaria dove annotava anche pensieri e passi delle Sacre Scritture.

annalena tonelli missionaria
Annalena Tonelli

Annalena aveva trascorso trentatré anni come volontaria in Africa prima di essere uccisa, il 5 ottobre 2003, da un commando islamico nell’ospedale da lei fondato in Somalia, una struttura sanitaria con 250 posti letto per i malati di tubercolosi e di Aids, al quale seguì la costruzione di una scuola per bambini sordi e disabili. Solo pochi mesi prima di essere uccisa, il 25 giugno, aveva ricevuto dall’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati il premio “Nansen Refugee Award”, per la sua opera a favore dei rifugiati e dei perseguitati.

L’arcivescovo di Mosul dei Caldei Paulos Faraj Rahho era stato sequestrato il 29 febbraio 2008 all’uscita dalla chiesa dello Spirito Santo, dove aveva celebrato una Via Crucis. Il commando armato lo prelevò dopo aver assassinato il suo autista e due guardie. Fu trovato morto il 12 marzo, sepolto nei dintorni di Mosul.

Shahbaz Bhatti

Shahbaz Bhatti fu ucciso ad Islamabad la mattina del 2 marzo 2011, mentre si recava al lavoro. In un video registrato poco prima del suo assassinio disse: «Io credo in Gesù Cristo che ha dato la sua vita per noi e io sono pronto a morire per una causa. Vivo per la mia comunità … e morirò per difendere i diritti della mia gente».

«Per questi testimoni della fede – ha affermato don Gabriele – portare al prossimo l’amore era più importante della loro stessa vita». Ha quindi parlato della bellezza del perdono concessa da Gesù sulla Croce e da Stefano, primo martire cristiano. «Il perdono è la vera arma che può scardinare l’odio – ha detto -. Come testimoniano i martiri, solo il perdono porta l’amore fino al suo vertice. Dove c’è il sangue dei martiri, cresce la Chiesa».

La basilica di San Bartolomeo all’Isola Tiberina è affidata alla Comunità di Sant’Egidio; nel 2000, per volontà di Papa San Giovanni Paolo II, è stata dedicata ai nuovi martiri del XX e XXI secolo e in essa sono custodite le reliquie di molti testimoni del nostro tempo come il messale del vescovo martire Óscar Arnulfo Romero, ucciso durante una celebrazione eucaristica, il calice e la patena di don Andrea Santoro, prete romano assassinato a Trebisonda, la stola e la croce di don Pino Puglisi, giustiziato dalla mafia, i rosari appartenuti a suor Olga Raschietti, suor Lucia Pulici e suor Bernadetta Poggian, della congregazione delle suore missionarie Saveriane, trucidate in Burundi nel 2014.

Il prossimo appuntamento per ricordare i missionari martiri è in programma giovedì 22 marzo alle 19 nella basilica di San Giovanni in Laterano dove è in programma una veglia di preghiera presieduta dal vicario del Papa per la diocesi di Roma Angelo De Donatis, promossa dalla Caritas di Roma in collaborazione il Centro missionario diocesano.

2 marzo 2018