Sui vaccini si pronunciano i medici: «No a strumentalizzazioni politiche»

La nota del “Calendario per la vita”, con esperti di Siti, Sip, Federazione medici pediatri e sindacato medici di medicina generale: «Genitori no-vax mettono a rischio i propri figli e i bambini più deboli»

Dai medici arriva un appello forte alla politica perché il tema delle vaccinazioni resti fuori dalla contesa elettorale. Pediatri, medici di famiglia e igienisti scendono in campo per ribadire che «i vaccini non hanno colore politico e non vanno strumentalizzati», affidando la loro posizione a una nota congiunta del Board del “Calendario per la vita”, il tavolo di esperti composto da Società italiana di igiene (Siti), Società italiana di pediatria (Sip), Federazione dei medici pediatri (Fimp) e sindacato dei medici di medicina generale (Fimmg).

Lo spunto è la mozione del Consiglio comunale di Roma Capitale su vaccinazioni e accesso alla scuola dell’infanzia, non dell’obbligo. Il Board chiarisce che l’obbligatorietà delle vaccinazioni per l’accesso a scuola si è resa necessaria proprio per «la continua disinformazione e l’incomprensibile attacco che le vaccinazioni hanno subito», con conseguente abbassamento delle coperture vaccinali, senza le quali è impossibile garantire la protezione da malattie pericolose, «che spesso provocano eventi epidemici, come avvenuto lo scorso anno con quasi 5mila casi di morbillo notificati nel nostro Paese».

Nulla da temere, osservano gli esperti, per quanto riguarda il diritto all’istruzione, salvaguardato anche per i piccoli da 0 a 5 anni dato che possono continuare a frequentare le strutture scolastiche se sono in possesso di prenotazione presso l’ambulatorio vaccinale. Quanto ai timori per i rischi legati ai vaccini, i medici fanno notare che «il rischio di encefalite dopo vaccino contro il morbillo è uguale a quello “base” di tutta la popolazione, quello di un bambino o adulto che contrae il morbillo è da 1.000 a 2.500 volte più alto».

Non vaccinare un figlio, avvertono, «mette in pericolo anzitutto il proprio figlio, e anche tutti i bambini più deboli, con malattie genetiche del sistema immunitario che non possono essere immunizzati per ragioni mediche». I vaccini, si legge nel testo, «non sono oggetto di scelte “democratiche” ma «uno strumento medico al servizio del bene della collettività, come lo sono gli antibiotici e i farmaci anti-tumorali. Riteniamo – è la conclusione – che si sia perso il senso della misura: si lasci alla scienza» stabilire indicazioni e misure da adottare «per incrementare e difendere il livello eccellente di salute che nel campo delle malattie infettive proprio i vaccini ci hanno consentito di raggiungere».

6 febbraio 2018