Francesco: vita consacrata apre «al quotidiano scompiglio della grazia»

Il Papa ha celebrato a San Pietro la Giornata dedicata ai religiosi voluta da San Giovanni Paolo II per la prima volta nel 1997. Presto un libro del Papa con i messaggi e le riflessioni sulla vita consacrata

Venerdì 2 febbraio Papa Francesco ha presieduto, nella basilica di San Pietro, la Messa per la solennità della presentazione di Gesù al Tempio festa in cui si celebra anche la Giornata mondiale per la vita consacrata voluta da San Giovanni Paolo II per la prima volta nel 1997. Suggestiva la processione che ha aperto la liturgia in una basilica di San Pietro illuminata soltanto dalle fiammelle delle candele benedette. Celebrata inizialmente solo a Gerusalemme, la festa si estese in occidente a partire dal VI secolo e in Oriente è definita “Festa dell’Incontro”.

Proprio sulla gioia che scaturisce
dall’incontro con Cristo, dal quale nasce un cammino di consacrazione, si è soffermato il Santo Padre durante l’omelia ricordando che spesso le tante preoccupazioni quotidiane e la paura inducono a chiudere le porte mentre «rimangono sempre aperte quelle dei centri commerciali e le connessioni di rete». Rivolgendosi ai numerosi membri degli istituti di vita consacrata e società di vita apostolica che gremivano la basilica, Bergoglio, definendo i religiosi «alba perenne della Chiesa», li ha esortati ad essere esempio di comunione, coloro che durante la vita devono riconoscere nell’incontro con l’altro «un dono da custodire». Ha invitato i consacrati presenti a non fissare il display di un cellulare «più degli occhi del fratello» e a non concentrarsi solo sui progetti da portare a termine perché quando questo accade «la vita consacrata non fiorisce, smette di attrarre e non comunica più».

XXII Giornata Mondiale della Vita ConsacrataPrendendo spunto dall’incontro tra i giovani
Maria e Giuseppe e gli anziani Simeone ed Anna di cui parlava il Vangelo di Luca, ha posto l’accento sull’importanza di non fare «mai scarti generazionali» perché non può esistere un futuro se non avviene un vero incontro tra generazioni. «Se i giovani sono chiamati ad aprire nuove porte, gli anziani hanno le chiavi. E la giovinezza di un istituto sta nell’andare alle radici, ascoltando gli anziani». La vita consacrata va «controcorrente», ha spiegato Francesco, «nasce e rinasce dall’incontro con Gesù povero, casto e obbediente» grazie al quale si può sperimentare il «vero amore», rimanere stupiti davanti alle immancabili «sorprese di Dio». Ma questo richiede una «risposta di vero amore senza sé e senza ma» che si scontra con la società odierna che cerca solo di accaparrare, inseguire i piaceri, fare ciò che desidera ritrovandosi nel tempo con «le mani e il cuore vuoto».

La vita consacrata, invece, lascia i beni materiali «per abbracciare Colui che resta, libera l’affetto da ogni possesso per amare pienamente Dio e gli altri, sceglie l’obbedienza umile come libertà più grande e riempie di pace fino alla fine». Ricordando il vecchio Simeone che accolse Gesù tra le braccia, il Pontefice ha avvertito che «avere il Signore tra le mani è l’antidoto al misticismo isolato e all’attivismo sfrenato» e che solo una vita vissuta con Gesù «raddrizza sia i sentimentalisti devoti che i faccendieri frenetici». Ritrovarsi quotidianamente con Gesù, condurlo al prossimo «è il segreto per mantenere viva la fiamma della vita spirituale» che libera dalla «paralisi della normalità», apre «al quotidiano scompiglio della grazia» ed è l’unico modo «per non farsi risucchiare in una vita asfittica, dove hanno la meglio le lamentele, l’amarezza e le inevitabili delusioni» che portano a ripetere «la sterile retorica dei “bei tempi passati”, quella nostalgia che uccide l’anima» e che induce ad affermare «“qui non va più bene niente”».

Cardinale Joào Braz de Aviz e Papa FrancescoAl termine della celebrazione il saluto
del cardinale Joào Braz De Aviz, prefetto della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica, il quale ha messo in risalto l’importanza di consolidare la «formazione» dei religiosi e di promuovere una cultura di «prossimità» tra i consacrati di tutti gli ordini per andare incontro alle esigenze dei fedeli. Ha inoltre annunciato che presto sarà pubblicato un libro contenente i messaggi e le riflessioni di Papa Francesco sulla vita consacrata dall’inizio del suo pontificato.

 

5 febbraio 2018