È ancora allarme nello Yemen. A riportare l’attenzione sul Paese è Save the Children, che  chiede la fine immediata dei combattimenti scoppiati due giorni fa ad Aden, tra i separatisti del sud e il governo appoggiato dalla coalizione a guida saudita, che stanno impedendo all’organizzazione di portare aiuti salva-vita ai bambini e alle loro famiglie. A causa dell’insicurezza nell’area infatti  Save the Children ha dovuto cancellare il trasporto già pianificato di cibo e forniture mediche, così come sono state temporaneamente chiuse le cliniche mobili ad Aden e Lahj. Ad Aden, inoltre, tutte le scuole sono state chiuse e tutte le attività educative sono state sospese.

A motivo degli scontri in corso, dichiara Tamer Kirolos, direttore di Save the Children in Yemen, «ci è di fatto impossibile continuare a svolgere il nostro lavoro per portare aiuti salva-vita alla popolazione. Il nostro staff non può uscire di casa ed è costretto a rifugiarsi dentro i bunker quando imperversano i combattimenti. I bambini dello Yemen hanno già sofferto abbastanza. Muoiono ogni giorno per cause prevenibili come la fame o per via di malattie come il colera e la difterite – prosegue -. In molti hanno perso ogni speranza dopo tre anni di guerra brutale». Aden era un luogo «relativamente tranquillo nel mezzo delle violenze in corso in Yemen, ma ora la guerra è divampata anche qui. Le parti in conflitto hanno l’obbligo morale di porre fine alle ostilità e l’unica via percorribile è quella di una soluzione politica, non militare. Siamo ormai oltre il limite. Quanti altri bambini innocenti devono ancora vedere le proprie vite distrutte prima che il mondo si accorga di questa tragedia?».

31 gennaio 2018