Anoressia e bulimia, «male di vivere» da cui si può rinascere

La campagna di sensibilizzazione e prevenzione di DonnaDonna onlus, in collaborazione con Ospedale Israelitico e ministeri della Salute e dell’Istruzione. Due calendari e una mostra fotografica itinerante

Una rosa rossa. È il simbolo della battaglia contro i disturbi del comportamento alimentare portata avanti dall’associazione DonnaDonna onlus, che campeggia su tutte le foto del calendario realizzato per la campagna di informazione e sensibilizzazione “Stop anoressia & bulimia. Uniti per la salute del corpo e dell’anima”. Un’iniziativa che dura ormai da qualche anno e che quest’anno si è “sdoppiata”: accanto alla consueta edizione del calendario, dal taglio multiculturale e caratterizzato da una forte spinta al dialogo ecumenico e interreligioso, la campagna ha prodotto infatti anche un altro calendario, realizzato in collaborazione con la Comunità ebraica di Roma, che è stato presentato questa mattina, martedì 23 gennaio, nella sede dell’Ospedale israelitico. Non solo: l’iniziativa, realizzata in collaborazione con i ministeri della Salute e dell’Istruzione, l’arma dei Carabinieri, la Marina e la Polizia di Stato, prevede anche una mostra fotografica itinerante, che presto inizierà il suo percorso attraverso la Capitale e non solo.

«Chi soffre di disturbi dell’alimentazione porta con sé un peso molto grande – ha spiegato il portavoce dell’Ospedale, Fabio Perugia -. In giro ci sono ancora molte persone che devono trovare la forza di sconfiggere il “mostro”». L’attrice Nadia Accetti è una di quelle donne che ce l’ha fatta e ha sconfitto il «male di vivere tremendo» della bulimia. Per aiutare ragazze che ancora lottano con lo stesso dramma, ha fondato DonnaDonna onlus. In conferenza stampa ha rievocato il suo doloroso passato: una violenza subita a 16 anni e mai denunciata. Un tentativo di suicidio. Dieci anni di sofferenza profonda e di disturbi alimentari da cui è uscita, trovando una «risorsa» nella spiritualità ma anche nell’amore e nell’affetto di chi ha voluto aiutarla in modo disinteressato. «I disturbi alimentari sono un cancro dell’anima – ha spiegato Accetti -. È un mondo complesso: guarire è possibile ma è ancora più possibile prevenire. L’accoglienza e il sorriso sono necessari».

Oggi Nadia Accetti è una donna rinata a nuova vita, dalla gioia incontenibile, che non smette di ridere, sorridere e commuoversi nel pensare al suo passato e al suo presente. Invitando a promuovere questa campagna di sensibilizzazione, ha detto: «Mi auguro che grazie a voi potremo urlare questo messaggio: la vita è bella! Il malato quando guarisce, torna alla sua giovinezza. Io stessa ho imparato a vedere cose che prima non vedevo». Con lei in conferenza stampa è intervenuto anche il presidente del CdA dell’Ospedale Israelitico Bruno Sed, che ha ricordato il più alto dei principi dell’ebraismo, menzionato nel Talmud: “Chi salva una vita, salva il mondo intero”. «Se con questo calendario riusciremo a salvare la vita anche di una sola persona, avremo fatto qualcosa di buono», ha affermato, esprimendo l’auspicio che il sodalizio avviato con DonnaDonna onlus possa durare a lungo.

Dopo il saluto dei rappresentanti delle forze dell’ordine, immortalate anch’esse nel calendario, è intervenuta in conclusione la presidente della Comunità ebraica romana Ruth Dureghello. «I disturbi alimentari sono un problema che ho vissuto in casa – ha detto -:  una piaga attuale che riguarda soprattutto le donne. Solo con l’amore si può combatterli. E solo insieme. Siamo stati entusiasti di poter dare il nostro contributo. L’ospedale è stato promotore di questo: ci occupiamo di sanità in questa struttura ormai da più di cento anni. È un calendario pieno di vita».

23 gennaio 2018