In Sud Sudan oltre 2,4 milioni di bambini costretti a fuggire

Henrietta Fore, direttore generale Unicef: «È il posto più pericoloso al mondo per gli operatori umanitari ma continuiamo ad aiutare i piccoli che hanno bisogno». Oltre 250mila quelli gravemente malnutriti

«Il Sud Sudan è il posto più pericoloso al mondo per gli operatori umanitari». Parola di Henrietta Fore, direttore generale dell’Unicef, reduce da due giorni di missione nel Paese, devastato dal  conflitto. «Ho visto in prima persona come 4 anni di violenze continue abbiano lasciato i bambini malati, affamati e in punto di morte. L’impatto è stato devastante», dichiara. Proprio per questo, nonostante il rischio – «solo nell’anno passato sono stati uccisi 28 operatori umanitari» – l’Unicef continua ad aiutare milioni di piccoli che ne hanno bisogno. «L’anno passato, lavorando con i genitori, abbiamo vaccinato circa 1,8 milioni di bambini contro il morbillo, curato oltre 180mila bambini contro la malnutrizione acuta grave e aiutato 300mila bambini ad avere accesso all’istruzione», riferisce il direttore generale. Ma «non è abbastanza: i combattimenti non sembrano diminuire e i bisogni umanitari sono enormi».

Fore riporta le cifre del dramma: 2,4 milioni di bambini sono stati costretti a fuggire dalle loro case. Oltre 250mila bambini sono colpiti da malnutrizione grave e sono a imminente rischio di morte. Oltre 19mila sono stati reclutati nel conflitto. Almeno 1 scuola su 3 è stata danneggiata, distrutta, occupata o chiusa. In più, gli operatori Unicef hanno documentato oltre 1.200 casi di violenza sessuale contro i bambini. «I numeri continuano ad aumentare». Il risultato è «un’intera generazione di giovani a cui viene negata l’opportunità di cui hanno così disperatamente bisogno per contribuire a costruire la loro società».

Per Fore, «solo la fine delle ostilità potrà riportare speranza e salvezza ai bambini e ai giovani del Sud Sudan. Fino ad allora, abbiamo bisogno di accesso senza condizioni, sostenibile, dalle parti in conflitto e maggiori risorse dai donatori. Senza questo – conclude – le vite e il futuro di milioni di bambini in Sud Sudan continuerà a essere in bilico».

19 gennaio 2018