L’arcivescovo di Lahore (Pakistan): «La nostra Chiesa cresce nonostante le discriminazioni»

Negli ultimi anni, l’arcidiocesi di Lahore è stata teatro di molteplici violenze anticristiane e casi di cristiani accusati di blasfemia, tra cui Asia Bibi. Una settimana prima di Natale l’ultimo attentato a una chiesa

Dopo l’attentato dello scorso 17 dicembre, la Chiesa in Pakistan sta vivendo un momento delicato; «il governo e la polizia locale ci hanno offerto molta protezione – ha detto l’arcivescovo di Lahore, monsignor Sebastian Francis Shaw – ma non è facile dover convivere con tutti questi controlli ed essere costretti a erigere muri all’esterno delle chiese, senza contare le enormi spese che le nostre povere diocesi devono affrontare per dotarsi delle nuove misure di sicurezza».

«Siamo una piccola minoranza che subisce attacchi e discriminazioni – ha aggiunto l’arcivescovo in un colloquio con Aiuto alla Chiesa che soffre -, ma la nostra Chiesa cresce e i cristiani pachistani sono sempre più saldi nella loro fede». Negli ultimi anni, l’arcidiocesi di Lahore è stata teatro di molteplici violenze anticristiane e casi di cristiani accusati di blasfemia, tra cui Asia Bibi. «Recentemente abbiamo inaugurato tre nuove parrocchie – e ogni domenica le nostre chiese sono affollate anche da duemila persone».

«Ricordo che anch’io dopo la strage
avvenuta a Pasqua del 2016, mentre celebravo l’ennesimo funerale, non sapevo come consolare i miei fedeli. Poi ho detto loro di non vivere nella paura e non cedere al desiderio di vendetta, senza mai dimenticare che noi cristiani siamo chiamati ad essere costruttori di pace. È stato Dio a guidare le mie parole. La nostra fede».

 

19 gennaio 2018